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Circe Giulio Bonasone, CC0, via Wikimedia Commons
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Circe: la maga della trasformazione tra arte, letteratura e cultura pop (PARTE 1)

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Ecco, ed all’isola Eèa giungemmo, ove Circe abitava.
Circe dai riccioli belli, la Diva possente canora,
ch’era sorella d’Eèta, signore di mente feroce.
Erano entrambi nati dal Sole che illumina il mondo:
fu madre loro Perse, di Perse fu Ocèano padre.

La prima presentazione letteraria di Circe è quasi una biografia: ci è pervenuta grazie all’Odissea e ha costruito la sua figura nell’immaginazione collettiva e nella cultura popolare. Grazie a Omero e questa descrizione letteraria, Circe è un personaggio mitologico che ha attraversato i secoli, il cui fascino va oltre la magia: fin dalla sua prima apparizione è stata rappresentata come una dea complessa e ambivalente, capace di incantare e trasformare. Il suo “personaggio” ha ispirato autori di ogni epoca, veicolando messaggi universali legati alla trasformazione e alla ribellione.

La figura della maga di Eea si è evoluta da divinità minore a protagonista significativa della mitologia classica. Ogni epoca ha reinterpretato il suo mito secondo fantasie, paure e valori, dal potere femminile alla riflessione filosofica. La sua capacità di trasformare gli uomini in animali è diventata sinonimo del cambiamento, dell’ambiguità del potere e della natura umana, conferendo un ruolo centrale nella cultura occidentale.
Nel poema epico di Omero, Circe vive lontana dal mondo sull’isola di Eea, dove usa la sua magia per trasformare i compagni di Odisseo in animali. Tuttavia, quando l’eroe resiste ai suoi incantesimi grazie all’aiuto di Ermes, questa si trasforma: passa da strega pericolosa a guida benevola. Questa duplice natura (di minaccia e di saggezza) è alla base delle successive interpretazioni letterarie. Nell’Odissea, rappresenta un ostacolo nel viaggio di Ulisse, che, grazie all’erba moly donata da Ermes, riesce a resistere al suo incantesimo e a liberare i suoi compagni.

Le rappresentazioni di Circe nella storie

Incanta nella finzione e nella realtà: la maga circe ha una lunga storia di rappresentazioni letterarie e artistiche, a partire dall’antichità per arrivare fino alla riscoperta moderna. Eschilo, per esempio, in un dramma probabilmente intitolato Circe, esplora l’incontro tra Ulisse e la maga, evidenziando il loro confronto. Il poeta comico Anassilao, poi, introduce un personaggio che lamenta la propria trasformazione, mentre Virgilio, nell’Eneide, amplia il repertorio delle metamorfosi di Circe, includendo vari animali.
Ovidio, nelle sue Metamorfosi, arricchisce ulteriormente il mito con storie come quella di Pico, trasformato in picchio. Plutarco, nei suoi Moralia, presenta un dialogo tra Ulisse e uno dei suoi compagni trasformati, sollevando interrogativi sulla natura umana e sul desiderio di cambiamento.

Durante il Medioevo, diventa icona di tentazione, come evidenziato da Giovanni Boccaccio nel De mulieribus claris e John Gower nella Confessio Amantis, che sposta l’attenzione su Ulisse, suggerendo dinamiche di potere invertite.
Nel Rinascimento, opere come La Circe (1549) di Giovan Battista Gelli e L’asino d’oro (1516) di Niccolò Machiavelli affronta temi di saggezza e natura. Infine, nell’età moderna, Edmund Spenser rielabora il mito in The Faerie Queene (1590), presentando Circe sotto forma di Acrasia, simbolo di lussuria e corruzione.
Questo viaggio nel tempo ci fa approvare alle rappresentazioni moderne della strega, che hanno subito un’evoluzione significativa: si passa infatti da figura negativa a personaggio complesso, immagine di autodeterminazione. Recentemente, la narrazione ha messo in luce il suo lato umano, evidenziando temi come l’emancipazione e la lotta contro le ingiustizie patriarcali.

Circe nella letteratura

Le rappresentazioni moderne di Circe, specialmente nella letteratura femminista e fantasy, la elevano a un’eroina complessa e sfaccettata, non più relegata al ruolo di antagonista o seduttrice. Attraverso la sua storia di magia, isolamento e mutazione, incarna temi di libertà, autodeterminazione e resistenza contro le ingiustizie patriarcali, rendendola una figura di grande potenza e rilevanza. Circe rimane comunque un’immagine ambigua e sfaccettata, metafora di libertà, rinascita e metamorfosi. La sua magia diventa simbolo di conoscenza e resistenza, mentre l’isola di Eea rappresenta un rifugio dove esercitare controllo e plasmare il proprio destino.

A livello letterario, un’opera particolarmente significativa è Circe di Madeline Miller, pubblicata nel 2018, che ha ottenuto successo internazionale. Questo romanzo ha rivelato una Circe in una luce completamente nuova. Miller narra la storia dal punto di vista della maga, conferendole una voce potente e autonoma. La Circe del romanzo è un personaggio profondamente umano: sebbene sia una dea, vive un’esistenza segnata dall’isolamento e dalla vulnerabilità, desiderosa di amore e appartenenza. Nel libro, Circe si distacca dal dominio degli dei, ribellandosi contro un sistema patriarcale che la opprime. Temi centrali come la scoperta di sé e l’autodeterminazione emergono chiaramente: Circe cerca costantemente di capire la sua identità e il suo posto tra gli dei e gli uomini.
Altro autora da menzionare per quanto riguarda le produzioni letterarie, abbiamo Nathaniel Hawthorne, nel suo Tanglewood Tales, riprende il mito di Circe in modo tradizionale, raccontando il mutamento degli uomini in maiali e il loro ritorno alla forma umana. In un’altra opera significativa, The Penelopiad di Margaret Atwood, pubblicata nel 2005, Circe non è il personaggio centrale, ma la sua figura viene comunque rivisitata. Atwood offre una critica delle dinamiche di genere nella mitologia greca, presentando Circe come un simbolo di autonomia e potere femminile, in contrasto con il ruolo passivo di molte donne nei miti.

Nel contesto della narrativa fantasy contemporanea, Circe appare con personaggi ispirati a lei. Il tropo della “maga potente e solitaria” è un tema ricorrente, in cui queste figure usano la magia per proteggere la propria indipendenza. Autori come Neil Gaiman inseriscono personaggi simili a lei nelle loro opere, mescolando magia e antichità con il mondo moderno.

Infine, nella letteratura femminista, è diventata un’icona di resistenza contro il dominio maschile. Scrittrici del XX e XXI secolo hanno rivalutato figure mitologiche femminili per sfidare stereotipi di passività e malvagità. Circe rappresenta la capacità delle donne di trasformare se stesse e il mondo attorno a loro. Autrici come Christa Wolf, con la sua opera Medea, e Angela Carter, nelle loro narrazioni, utilizzano figure come quella della strega per ribaltare le tradizionali visioni patriarcali. Circe si erge oggi come un’icona femminista, simboleggiando la capacità di affrontare difficoltà e rinascere con consapevolezza e forza. Non è solo un personaggio della  mitologia, ma una potente metafora capace di veicolare messaggi sulla libertà, l’identità e il potere della trasformazione.

Giorgia Chiaro

in copertina: Giulio Bonasone, CC0, via Wikimedia Commons

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