Cerimonia d’apertura del TRIESTE FILM FESTIVAL TRENTATQUATTRESIMA EDIZIONE – 2023 – II parte
Durante la cerimonia d’apertura del Trieste Film Festival svoltasi al Politeama Rossetti di Trieste, il 24 gennaio, è stato proiettato un film in costume, Il boemo, alla presenza del suo regista, Petr Václav.
Il lungometraggio è la storia di un compositore d’opera talentuoso e determinato a essere famoso (lo diventerà, perché è una biografica – biopic per i contemporanei – su Josef Mysliveček), un po’ ingenuo, passionale e senza grandi inibizioni (e come poteva esserlo se si era recato a Venezia per studiare, viverci e cercare di affermarsi?) che alla fine riesce, dopo dolori e sofferenze soprattutto amorose, nel suo desiderato intento, ma per poco perché morirà troppo presto, a 44 anni, solo e povero.
La storia è vera, le sue dinamiche narrative no, ma è giusto così: le dinamiche inventate si stendono nella storia realmente accaduta per dargli uno dei tanti sensi possibili.
Salvo la recitazione del protagonista, che pare troppo inespressiva per incarnare questo musicista (se è stata una scelta stilistica non mi sembra riuscita) il film incanta perché ha tutto quello che gli si può chiedere: ricostruzione fedele di usi e costumi della vita quotidiana del Settecento (veneziana e non); informazioni sul personaggio che si voleva far conoscere; ascolto in primo piano della musica del compositore.
Più che Greenaway o il Berry Lindon di Kubrick, ricorda il bello ma meno originale Amedeus di Miloš Forman (tra l’altro, Mozart compare in una scena dagli accenti piuttosto esilaranti) o La favorita di Lanthimos.
Certe dinamiche amorose sono risultate forse un po’ troppo stucchevoli ma l’importante è stato che la musica di Mysliveček sia prevalsa: anche i meno sensibili e meno dimestichi di opera lirica e clavicembalo o piano avranno avuto il piacere di godere di quella musica, dei modi di crearla e dei suoi luoghi di creazione ed esecuzione.
Nota di colore
Prima di iniziare, il film è stato anticipato, oltre che dal corto L’estate è finita (che già recensimmo) anche dal conferimento a Zdeněk Zeman del premio Eastern Star Award speciale del 34° Trieste Film Festival. Il famoso allenatore era chiamato Il Boemo, e lo stesso soprannome era stato dato al musicista per motivi leggermente diversi: il primo perché, come il secondo, era di Praga ma il secondo anche per semplificare un nome, a quei tempi, difficile o faticoso a pronunciarsi (Mysliveček).
Il regista in sala sapeva del soprannome “gemello” (l’aveva visto su Instagram) ma, come ci ha confessato, non avrebbe mai pensato di trovarlo presente proprio prima della proiezione del suo film!
Riccardo Redivo