Il 19 settembre 1985 ci lasciava Italo Calvino, che con la sua mente brillante e la scrittura innovativa, ha conquistato il cuore di lettori di tutte le età e provenienze. Ricordiamo soprattutto Calvino come scrittore, ma nella sua vita è stato molte cose: partigiano durante la guerra, editore presso la casa editrice Einaudi nel primo dopoguerra e intellettuale impegnato. Per l’eredità che ci ha lasciato è innegabile chiamarlo un vero visionario.
Italo Calvino nasce il 15 ottobre 1923 a Santiago de Las Vegas, figlio di italiani emigrati a Cuba, dove il padre faceva l’agronomo. Tornato in Italia, cresce a Sanremo e si iscrive alla facoltà di agronomia, seguendo le orme del padre. La guerra, però, interrompe i suoi piani e, appena maggiorenne, si unisce alla resistenza partigiana. Finito il conflitto, cambia facoltà e si laurea in lettere.
Gli anni della guerra e del dopoguerra sono cruciali per la formazione e il futuro di Calvino: la resistenza influenza profondamente le sue idee politiche e i suoi primi scritti. Terminato il conflitto, si unisce al Partito Comunista e vi rimane per gran parte della sua vita. Ma la svolta della sua carriera avviene nel 1947, quando pubblica il suo primo romanzo, I sentieri dei nidi di ragno, che descrive in maniera rivisitata la sua esperienza partigiana, raccontata dagli occhi dell’infanzia.
Con questo scritto, inizia anche la sua collaborazione in Einaudi editore, che continuerà quasi per il resto della sua vita, anche se a fasi alterne. Qui viene influenzato da figure come Cesare Pavese ed Elio Vittorini che gli faranno da mentori. La sua carriera in Einaudi inizia all’ufficio stampa, ma in pochi anni si trasforma in una figura centrale della casa editrice, con un ruolo chiave nella scoperta e nella promozione di nuovi autori. Collabora con le principali collane e fonda la sua, le Centopagine, occupandosi anche della corrispondenza con gli autori emergenti, offrendo consigli e suggerimenti. Negli anni la sua figura diviene tanto centrale che oggi lo consideriamo uno degli editor più importanti della storia italiana.
Un amore per le parole
Per Calvino i libri rappresentavano una vocazione più che un mestiere e il suo lavoro editoriale si rivela fondamentale per la cultura e la società italiana del dopoguerra. In primo luogo, con il suo ruolo da editor in una casa editrice tanto importante, è riuscito a forgiare la letteratura di quegli anni: Calvino ha scoperto autori tra i più importanti, come Sciascia, in Italia, o Salinger, per l’estero.
Non è poi da scordare che anche la sua scrittura è stata fondamentale, sperimentando con linguaggio, generi, e narratologia, intraprendendo percorsi a quell’epoca poco conosciuti per la narrativa che hanno lasciato una impronta indelebile nella letteratura italiana.
«Nell’universo infinito della letteratura s’aprono sempre altre vie da esplorare, nuovissime o antichissime, stili e forme che possono cambiare la nostra immagine del mondo…»
Esemplare in questo caso è il passaggio da I sentieri dei nidi di ragno al Visconte dimezzato, dal neorealismo al fantastico, un cambio radicale, in rotta con il primo romanzo ma anche con tutta la narrativa che veniva prodotta nel nostro paese in quel periodo, che in qualche modo rimase legata all’esperienza della guerra. La sua produzione, infatti, spazia molto tra generi, temi e stili differenti. Sperimenta con le parole e gli stili, dimostrando di essere un autore eclettico e multiforme: dal realismo, alla fiaba, alla fantascienza, al racconto, ai saggi. Si parte infatti dalla fase neorealista, rappresentata dai Sentieri dei nidi di ragno, seguita da quella fantastica e allegorica della trilogia dei Nostri Antenati e delle Fiabe italiane; per poi passare dalla favola alla fantascienza, con una fase più scientifica, riconoscibile in opere come Ti con zero o le Cosmicomiche. E poi ancora al postmoderno e alla metanarrazione con Le città invisibili e Se una notte d’inverno un viaggiatore, per poi ritornare al realismo con Palomar.
“Ti prepari a riconoscere l’inconfondibile accento dell’autore. No. Non lo riconosci affatto. Ma, a pensarci bene, chi ha mai detto che questo autore ha un accento inconfondibile? Anzi, si sa che è un autore che cambia molto da libro a libro. E proprio in questi cambiamenti si riconosce che è lui.”
Anche le tematiche affrontate dallo scrittore in ciascun libro sono diverse e possono essere delineate in varie fasi della sua narrativa, cui la costante è il cambiamento, la sperimentazione di nuove forme di narrativa.
Nei romanzi di Calvino, gli elementi più fantasiosi si fondono a temi più profondi come l’identità e la ricerca di sé, la politica e la società, la natura e l’ambiente urbano, il progresso e la tecnologia. È così facile entrare in empatia con nobili che vivono sugli alberi o alieni come Qfwfq che scoprono il nostro pianeta, e con le loro riflessioni.
«Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore».
Tra i temi che sono costanti in Calvino c’è di certo la leggerezza, che ha perseguito come un ideale nella vita e nella scrittura. Questo valore, citato anche nel celebre saggio Lezioni americane – Sei proposte per il prossimo , è un filtro che aiuta a cogliere l’essenza delle cose senza essere appesantiti dalle convenzioni sociali o dalle aspettative altrui. La scrittura si traduce in una comunicazione accessibile e senza fronzoli, che però non rinuncia alla profondità e all’eleganza.
L’eredità di Calvino, ancora viva a oltre 30 anni dalla sua morte, continua a ispirare scrittori e studiosi in tutto il mondo, confermandosi come un riferimento letterario di portata globale.
Giorgia Chiaro
In copertina: Johan Brun, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons