Vukovar: Kolona Sjećanja (La Colonna del Ricordo)
Città mitteleuropea con preziosi monumenti barocchi, Vukovar, nella Slavonia orientale, erede di una grande tradizione industriale, è abitata da una popolazione mista (croati, serbi…).
Tra l’agosto e il novembre 1991, per 87 giorni, la città fu assediata dall’Armata Popolare Jugoslava (JNA) e dalle truppe paramilitari serbe, le famigerate “Aquile Bianche” (Bijeli Orlovi) e i reparti dell’altrettanto famigerato Comandante Arkan. La battaglia si concluse con la sconfitta della guarnigione croata, la quasi totale distruzione della città, la morte di oltre 5.000 persone. La Croazia ritornò a Vukovar solo sette anni dopo.
Le forze assedianti commisero gravi violazioni dei diritti umani. Uccisioni deliberate e arbitrarie, tortura, stupri, l’espulsione forzata di gran parte della popolazione non-serba.
Il 20 novembre dall’ospedale di Vukovar furono trasferiti almeno 200 croati e non-serbi a una vicina fattoria a Ovcara dove furono picchiati, torturati per ore prima di venir uccisi. I resti di centinaia di civili e militari croati risultano ancora oggi scomparsi.
In una giornata di fitta pioggia, con un’organizzazione di turismo responsabile, abbiamo assistito il 18 novembre dello scorso anno alla manifestazione popolare (Kolona Sjećanja (La Colonna del Ricordo) con il centro storico di Vukovar attraversato da decine di migliaia di cittadini, reduci, esponenti politici con bandiere, striscioni, divise e simboli provenienti da tutta la Croazia e dall’Erzegovina.
Ci sono anche i vertici dello Stato, il premier Andrej Plenković e il Capo dello Stato Zoran Milanović.
A trent’anni dall’assedio i rapporti fra le due comunità hanno fatto dei passi avanti, ma la Serbia continua a negare i crimini commessi e il 29 dicembre dello scorso anno, il consiglio comunale di Vukovar ha eliminato l’uso ufficiale della lingua serba e dell’alfabeto cirillico. Il pretesto è stato dato dal censimento del 2021 con il numero dei serbi che vivono a Vukovar sceso al 29,73% della popolazione, percentuale insufficiente per consentire l’uso ufficiale della lingua e dell’alfabeto della minoranza secondo la Costituzione croata.
Anche nella commemorazione di quest’anno le polemiche non sono mancate.
Il Primo Ministro Andrej Plenkovic ha accusato il sindaco di Vukovar Ivan Penava del Movimento Patriottico di destra di strumentalizzare la manifestazione a suo vantaggio, tanto da indurre Branko Borkovic, l’ultimo comandante delle forze di difesa di Vukovar, a richiedere agli esponenti politici di rimanere in silenzio, di sospendere, nel giorno del ricordo, la campagna elettorale in vista delle elezioni parlamentari di inizio 2024. L’appello è stato comunque ignorato.
Alla testa della Colonna sono stati visti membri delle Forze di Difesa Croate (HOS), formazione paramilitare attiva durante la guerra degli anni Novanta che si richiamava alla simbologia ustascia, e durante la marcia è stato sentito il loro saluto militare ‘Za Dom Spremni’ (‘Per la Patria, pronti’).
Quest’anno la controversia tra il comune di Vukovar e i rappresentanti della minoranza serba della città, ha impedito che il 17 novembre venissero gettate nel Danubio corone di fiori per commemorare tutti i civili caduti, sia croati che serbi.
La completa riconciliazione fra i due popoli deve ancora attendere.
Giuliano Prandini
foto: sfila la Kolona Sjećanja (La Colonna del Ricordo)