di Giuliano Prandini
Da Kazan a NiŽnij Novgorod in motonave. E poi Mosca
Lasciata Kazan la navigazione procede per tutta la notte fino alla chiusa che immette nell’immenso bacino della riserva idrica di Gorkij e poco oltre Čeboksary, la capitale della Repubblica dei Ciuvasci. Sono i “cugini poveri “ dei Tatari, di stirpe turca ma religione ortodossa, discendenti dai bulgari del Volga. Un monumento e la Biblioteca Nazionale ricordano l’educatore e scrittore Ivan Yakovlev (1848 – 1930), che creò l’alfabeto ciuvascio moderno e aprì con l’aiuto del padre di Lenin, Ilya Ulyanov, la Scuola Ciuvascia di Simbirsk.
Čeboksary si presenta severa, sovietica, ordinata. Nel battistero del monastero della Santissima Trinità fu battezzato Vasily Chapaev, l’eroe della guerra civile morto nel 1919. I “fratelli” Georgy e Sergey Vasilyev nel 1934 diressero il film a lui intestato: fu il lungometraggio favorito di Stalin, l’avrebbe visto di notte 38 volte, e piace anche a Putin.
Dal fiume, gli oltre cinquecento gradini della scalinata, più lunga di quella di Odessa, portano al vastissimo Cremlino di Nižnij Novgorod. Fu occupata dai mongoli nel XIII secolo, il periodo del cosiddetto “giogo Tataro” e nel 1612 da qui partì la spedizione del mercante Kuz’ma Minin e del principe Dmitrij Požarskij che liberò Mosca dai Polacchi, pose fine al “periodo dei torbidi” e diede inizio alla dinastia dei Romanov.
Conosciuta come Gor’kij, la città dello scrittore Maxim Gor’kij, dal 1959 al 1991 fu una città chiusa, e qui venne esiliato il fisico Andrej Sacharov.
Nel Cremlino la cattedrale dell’Arcangelo Michele, l’obelisco di Minin e Požarskij, la Fiamma Eterna a ricordo della Grande Guerra Patriottica. Dalla collina sui cui sorge, la bellissima vista sulla città e sul fiume Oka che confluisce nel Volga.
Sotto il Cremlino il mercante Grigorij Stroganov, amico di Pietro il Grande, fece costruire nel 1719 la chiesa della Natività di Nostra Signora: lo zar non volle inginocchiarsi di fronte all’immagine di Cristo, rassomigliava troppo all’amico mercante.
Nella lunghissima Ul. Bolshaya Pokrovskaya, l’Arbat di Nižnij Novgorod, la Banca Centrale, originale edificio in stile “pseudo Russo” del 1913 e il Teatro Drammatico dove esordì il celebre cantante lirico Šaljapin.
Da Nižnij Novgorod per raggiungere Gorodes la strada passa attraverso un’allucinante periferia di casermoni e grattacieli. Più oltre si entra in un paesaggio di boschi di betulle dai bellissimi colori autunnali e di suggestivi laghetti. In questi boschi avevano trovato rifugio alla fine del XVII secolo i “Vecchi Credenti”, perseguitati per non aver aderito alla riforma liturgica del patriarca Nikon.
Più antica di Nižnij Novgorod, Gorodes fu fondata nel 1152. Nel monastero Fedorovsky si fece monaco e morì nel 1263 il principe Aleksandr Nevskij, il vincitore dei Cavalieri Teutonici nella battaglia del Lago Ghiacciato resa memorabile dalla scena della rottura del ghiaccio e dell’inghiottimento dei Cavalieri nelle acque del lago, nell’omonimo film del regista Sergej Ėjzenštejn (1938).
E poi via terra la bellissima Vladìmir con le stupende cattedrali dell’Assunzione (1158) con le icone e gli affreschi di Rublëv, e di San Demetrio (1193) e le pareti esterne decorate in pietra bianca.
Attraversati boschi, paesaggi spogli, poveri villaggi con case di legno, appare Mosca, illuminata nella notte, con avveniristici grattacieli high tech, il futuro.