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Barbie e oscar: perché il solo a essere candidato agli oscar è l’unico uomo di un film femminista?

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Barbie è stato un film che ha segnato il 2023: un caso mediatico e cinematografico, che ha battuto diversi record al botteghino e che difficilmente è stato difficile ignorare. Un film che senza troppi giri di parole vuole portare un messaggio femminista, forse in maniera generalista, ma che nella sua semplicità, soprattutto per i target a cui si rivolge, in qualche modo funziona. 

Barbie è però un prodotto di intrattenimento, finanziato anche da Mattel e quindi con una aspettativa più di ritorno economico che sociale: un film con un bel messaggio – importante e serio – ma allo stesso tempo leggero, comico, che ribalta in maniera grottesca la società patriarcale in cui viviamo e la trasporta nel mondo rosa della bambola più famosa e amata di sempre.

Fatta questa premessa, di recente si è tornato a parlare di Barbie in una nota polemica, con una notizia che ha colpito l’attenzione del mondo riguarda le candidature agli Oscar del 2024: se tutti si aspettavano la nomination della regista Greta Gerwig (che nel passato è stata già nominata agli oscar) e Margot Robbie (la protagonista del film, la Barbie stereotipo), così non è stato. Invece è stato nominato per la statuetta come migliore attore non protagonista l’unico uomo rilevante nel film: Ryan Gosling.

Perché questa cosa dovrebbe aver fatto scalpore? 

Per il paradosso della nomination: un film che si è proposto al pubblico come una narrazione femminista e di rivalsa femminile vede candidato alla premiazione più importante dell’anno l’unica figura maschile principale nella pellicola, come se in fondo il messaggio che porta il film, pur sempre scritto per le masse, non contasse nulla; anche Gosling stesso ha dichiarato: ”Non c’è Ken senza Barbie, e non c’è film di Barbie senza Greta Gerwig e Margot Robbie, le due persone che sono state maggiormente responsabili di questo film celebrato in tutto il mondo e che è passato alla storia”.

L’ironia della cosa è amara, e su Internet e i social non sono mancate le polemiche e le battute risentite della cosa; noi non siamo critici cinematografici qui per poter sottolineare l’ingiustizia a livello tecnico, né tanto meno penso che Barbie come pellicola sia un’opera massima che vada premiata per forza di cose. C’è da sottolineare che è un film che ha preso qualcosa di molto commerciale e lo ha usato per parlare di temi importanti che possono aiutare la coscienza delle persone a riflettere meglio sul ruolo della donna nella società e del patriarcato come motore ancora fondante della nostra società. Allo stesso modo si può sostenere senza mentire che per questo sia stato boicottato dall’academy. 

Staremo a vedere se Gosling vincerà veramente la statuetta tanto discussa la notte dell’11 marzo. 

Giorgia Chiaro

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