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Culture

“Ciao Italia!”. Una mostra a Parigi

A PARIGI CON CIAO ITALIA!

di Giuliano Prandini

Al Museo Nazionale della Storia dell’Immigrazione di Parigi è in corso la mostra, Ciao Italia!, dedicata alla  storia dell’Immigrazione e della Cultura Italiane in Francia (1860-1960). Rimarrà aperta fino al 10 settembre.

Aprono l’esposizione le Vespe, simbolo del design, della creatività italiana disposte in circolo e il grande dipinto Gli Emigranti (1896) di Angelo Tommasi con la banchina del porto assiepata di persone umili e malinconiche in attesa di partire.

Tra il 1873 e il 1914 furono quasi due milioni gli Italiani che emigrarono in Francia,  soprattutto dall’Italia del Nord (i meridionali saranno maggioranza dopo la seconda guerra mondiale), la comunità straniera più numerosa, il terzo paese d’arrivo dopo Stati Uniti e Argentina. E comunque solo una parte dei 26 milioni che emigrarono in un secolo.

Spinti da miseria, ineguaglianze, tensioni politiche giunti in Francia gli immigrati furono impiegati come minatori, boscaioli, operai dell’industria, nell’agricoltura, ma è soprattutto nei diversi rami dell’edilizia che trovarono lavoro. Non fu assente l’occupazione femminile nella filatura, nelle fabbriche di profumi, come bambinaie, domestiche. Gli impieghi soprattutto agli inizi furono precari, ai limiti dell’emarginazione: saltimbanchi, lustrascarpe, spazzacamini, circensi, nelle strade a vendere di nascosto statuette di gesso, i bambini sfruttati nelle vetrerie.

Gli Italiani erano i “Ritals” di François Cavanna (uno dei fondatori di Charlie Hebdo), i “Macaronis”, venivano insultati, discriminati. La xenofobia si fece cruenta con i “Vespri Marsigliesi” del 1881, quando le truppe francesi di ritorno dalla Tunisia furono fischiate, venne detto, da italiani. Tre immigrati furono uccisi. Ad Aigues-Mortes nel 1893 le vittime furono almeno otto, erano accusati di accettare salari inferiori ai francesi, nelle saline. Quando l’anarchico Sante Caserio nel 1894 assassinò il presidente Carnot si aprì la caccia all’italiano. In La Legge è Legge, 1958, di Christian-Jaque con Totò e Fernandel, la frontiera fra i due stati crea comici equivoci. Da L’avventura è l’avventura (1972 ) di Claude Lelouche con l’apprezzato Lino Ventura, viene proposta la comica camminata sulla spiaggia dei latin lover. E Raf Vallone in Thérèse Raquin, 1953, di Marcel Carné e in Il Cammino della Speranza (1950) di Pietro Germi, diventa il maschio Italiano  “ideale” del cinema francese.

Germi mostra un’Italia sconosciuta alle nuove generazioni, la Sicilia del 1950 è irriconoscibile, poverissima, ridotta alla fame, i suoi abitanti costretti all’emigrazione clandestina in Francia, preda di passeur senza scrupoli. Dopo più di mezzo secolo saranno gli africani e i mediorientali a vivere il dramma dell’emigrazione nei disperati tentativi di raggiungere le nostre coste.

L’emigrazione italiana non è presente solo nel cinema, la mostra presenta 30 quadri di De Nittis, Boldini, Modigliani, Soffici, Carrà, Campigli, Magnelli… Parigi è la capitale internazionale delle arti, tappa obbligata degli artisti.

Si aprono gradualmente negozi alimentari, ristoranti, i nuovi immigrati sono i cantanti ai balli e alle serate danzanti; Yves Montand in Souvenirs Perdus, (1950) di Christian-Jaque è un cantante di strada.

Nel settore industriale si afferma la famiglia Ponticelli, Ettore Bugatti fonda la famosa casa automobilistica, Enrico Teodoro Pigozzi la Simca, Cino Del Duca emerge nell’editoria.

Durante il ventennio fascista la Francia diventa terra d’asilo per dirigenti di partiti di sinistra e sindacali, per personalità politiche (Nenni, Sforza, Amendola, Dozza, i fratelli Rosselli uccisi nel 1937…) e per comuni oppositori del regime; alla Resistenza francese parteciperanno non pochi immigrati.

La mostra si chiude con la memorabile sequenza della Fontana di Trevi in La Dolce Vita, (1960) il film italo-francese di Federico Fellini.

Con il “miracolo” economico l’emigrazione si interrompe.

Negli anni Sessanta l’integrazione è realizzata, l’italianità non è uno stigma, l’Italia è la sorella latina, ancorchè sorella minore.

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