Konrad
Culture La bottiglia giusta

Cibo, vino e olio sono segni del mondo

Tempo di Lettura 3 Minuti

– di Simonetta Lorigliola –

Una pubblicazione dedicata a Luigi Veronelli da godersi come un buon vino da meditazione

PasticheOnTheTable

Stufi del dilagare del tema cibo su ogni frequenza e dimensione? Stanchi delle banalità gastronomiche che in ogni dove ci propinano? Archiviata l’ennesima ricetta inflittaci dall’ennesimo cuoco televisivo? Desiderosi di assaggiare, con la bocca e con la mente, il cibo, il vino, l’olio come intercessori di storie, territori autentici e immaginazione?

Allora non perdetevi “*Pastiche”. A dieci anni dalla scomparsa di Luigi Veronelli, fondatore del giornalismo gastronomico italiano, questa pubblicazione mette in vivo il suo pensiero per creare un laboratorio di pensieri, desideri e spunti che del cibo, del vino, dell’olio facciano un punctum vitale, intelligente, felice, evolutivo.

Il cibo e il vino, come Veronelli insegnava, non sono solo prodotti destinati ad affollare le nostre tavole quotidiane. Essi custodiscono un racconto: la terra, l’ambiente, il lavoro, le trasformazioni. E anche le contraddizioni, gli errori, le malefatte. Ma se non li interroghiamo e ci interroghiamo nel modo criticamente giusto, perdiamo di vista ogni conoscenza e mangiamo e beviamo ignorando il mondo.

Il pastiche è una vivanda, ormai d’altri tempi, cotta al forno e che in una sottile crosta di pasta custodiva un ripieno fatto di ingredienti diversi tra loro (carni, verdure, spezie…) ma armonicamente uniti a formare il buono da assaporare. Questo *Pastiche stampato su carta offre una molteplicità di voci che si esprimono nel territorio comune della cultura materiale. Che poi significa partire da quello che mangiamo e beviamo ogni giorno.

Il noto semiologo Gianfranco Marrone ricorda gli anni Settanta in cui il Lattenestlè la faceva da padrone in una diseducazione del gusto che ha rovinato intere generazioni.

Ciro Tarantino, fine sociologo napoletano, ci spiega come l’affollamento di discorsi sul cibo e sul vino oggi sia un sintomo di come si voglia nascondere ciò che sta dietro da essi: per esempio il lavoro, quello sfruttato e mal pagato dei braccianti agricoli stranieri nel Sud. E poi ci sono loro, i produttori, i vignaioli veronelliani.

Quelli che sono un simbolo del vino italiano nel mondo come Angelo Gaja, già amico di Veronelli.

O quelli che del vino  e nel vino hanno fatto una rivoluzione ambientale e produttiva, ripercorrendo gli insegnamenti della storia come Joško Gravner.

E che dire di Gianni Capovilla, ai vertici dell’eccellenza mondiale coi suoi distillati di bacche selvatiche o vecchie varietà di frutta?

Questo è solo una piccola parte di quel che trovate in questo scrigno di meravigliose scritture.

Un’ ultima chicca: Gianni Mura, grande penna del giornalismo sportivo e gastronomico italiano, ha scritto per *Pastiche una serie di carambolici stornelli in rima, dedicati a Luigi Veronelli. Da godersi davanti a un buon calice da meditazione.

Luigi Veronelli
Luigi Veronelli

Veronelli ha ribaltato il senso del mangiare e del bere in Italia.

Quando la cultura alimentare di massa si rivolgeva alle produzioni industriali e all’agricoltura intensiva, segnando un triste destino per l’Italia, lui controsterzava e raccontava le piccole produzioni. Non lo fece mai romanticamente, ma valorizzando la mano dell’uomo, l’operosità, l’ingegno e la voglia di costruire il futuro, più che di difendere una tradizione imbalsamata. Non fu mai un giudice di vini e cibi.

Aveva ed offriva una visione critica, che apriva domande. I suoi ristoranti preferiti, erano quelli che nella sua Guida contrassegnava con il cuore. Non erano necessariamente grandi ristoranti.

Ci stava dentro lo stellato Michelin o l’osteria di campagna. “Il cuore che dava ad alcuni ristoranti significava che lui aveva mangiato in quel posto forse anche una semplice minestra ma che, in quel momento e così realizzata, quella minestra era stata indimenticabile” dice sulle pagine di Pastiche Josko Sirk, il mitico ristoratore del Collio che gestisce quel luogo di sogno che è La Subida a Cormons.

E *Pastiche porta un asterisco nel nome, caduto, chissà proprio in quella minestra veronelliana. e che voi potete, se volete, tirare su con il cucchiaio. Ed assaggiare. Buona lettura.

*Pastiche Cultura materiale alla Veronelli
Seminario Permanente Luigi Veronelli editore
pagine 111
15 euro

Pastiche è disponibile a Trieste alla Libreria Lovat, e nella bella enoteca del supermercato Zazzeron a Cattinara.

 

Related posts

“L’ ultimo scalo del Tramp Steamer” di Alvaro Mutis

Redazione KonradOnLine

Anastasia il musical

Giorgia Chiaro

Germinal. 110 anni della rivista libertaria triestina

Redazione KonradOnLine

Leave a Comment