Entro il 2030 oltre il 70% dell’energia elettrica dovrà provenire da fonti rinnovabili: energia fotovoltaica, energia eolica, energia geotermica, energia da biomasse (forse la fonte più problematica), energia idroelettrica (che a causa della siccità risulta sempre minore), energia marina/oceanica. Accanto a queste fonti sono fondamentali i sistemi di accumulo, considerando che sole e vento non sono continui. Lo storage attuale dovrebbe crescere dai 3GW ai 26 GW nel 2030 fino a 89 GW nel 2040.
La direttiva Case Verdi (Green) ovvero la EPBD (Energy Performance of Buildings Directive) è una tappa importante per il controllo dall’impatto del riscaldamento globale sul nostro pianeta: tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissione zero entro il 2030, quelli già esistenti dovranno diventarlo entro il 2050. In aperta contraddizione con la EPBD l’attuale governo decide di dare un taglio al Superbonus 110%, strumento che risulta essenziale per realizzare quanto richiesto dalla direttiva. La motivazione di questo governo è che il Superbonus e costato molto allo Stato. Nomisma ha pubblicato a fine febbraio 2023 il 110% Monitor, la sua analisi per misurarne l’impatto economico. Oltre a tener conto degli impatti ambientali positivi sugli edifici trattati: riduzione del 50% delle emissioni di CO2, riduzione dei consumi di energia compreso fra il 31 e il 47%, dal punto di vista economico il disavanzo per le casse dello stato è compensato dalla generazione di PIL, dall’incremento degli occupati nel settore costruzioni pari a 650 mila unità e di 350 mila nei settori collegati, con una ricaduta positiva sulle entrate per tassazione e previdenza e per l’emersione del lavoro nero. Alcune modifiche erano opportune ma l’eliminazione è del tutto ingiustificata.
La direttiva EPBD fa parte di un pacchetto noto come Fit for 55 che deve portare tutti i paesi della UE a ridurre i gas climalteranti del 55% entro il 2030 e alla neutralità climatica nel 2050, intervenendo su tutti i sistemi di trasporto, dai traffici navali ai traffici aerei.
Nel saggio Per la democrazia energetica, la conversione ecologica e la lotta alle disuguaglianze di Giovanni Carrosio e alla questione energetica è un determinante fondamentale della quotidianità. Pandemia e guerra in Ucraina hanno acuito le disuguaglianze sociali e creato nuove vulnerabilità. Il neoliberismo accentua tutte le crisi, gli interessi economici del mercato fanno di tutto per frenare la svolta ecologica necessaria per rallentare il riscaldamento globale, il negazionismo climatico ne è un pericoloso strumento. La componente meno retriva e più intelligente delle lobby che condizionano l’UE, propone nuove politiche industriali ed energetiche che sappiano guardare alle nuove tecnologie rivolte a un nuovo modello energetico rinnovabile, decentrato e inclusivo. L’obiettivo è quindi un sistema energetico democratico e non esclusivo di Comunità Energetiche nel centro e nelle periferie delle città, strumento di partecipazione e welfare per contrastare le disuguaglianze e ridurre la povertà.
Con questi obiettivi si vogliono mobilitate associazioni ambientali, partiti, organizzazioni sociali e sindacali del territorio, comunità religiose, enti di ricerca, realtà del terzo settore, associazioni di artigiani e di piccole e medie imprese. Le CERS rappresentano un argine contro la narrazione negazionista sulle rinnovabili che tenta di influenzare proprio le classi sociali più vulnerabili e immerse nella povertà energetica. La CGIL si sta attivando a Trieste per realizzare una rete contro la povertà energetica – si stima che le famiglie italiane a rischio di povertà energetica siano 4 milioni, ovvero 9 milioni di persone – attraverso la costituzione di Comunità Energetiche sul nostro territorio.
Il decreto legislativo 199/2021ener sulle CERS contiene degli incentivi per favorire l’autoconsumo di energia, ma mancano ancora i decreti applicativi per definirne i dettagli. A fine dicembre Arera ha aperto una consultazione pubblica per definire lo schema degli incentivi. Una imprevista novità è il tetto di 5GW come contingente di rinnovabile coperto dagli incentivi, come previsto la potenza nominale di ogni singolo impianto non dovrebbe superare 1 MW. Tutti gli impianti della CERS andrebbero collegati alla stessa cabina primaria come previsto dal 199/2021. Per gli impianti esistenti gli incentivi riguarderebbero solo il loro potenziamento. Il periodo considerato è quello compreso fra il 2023 e 2027, solo gli impianti realizzati in questo periodo dovrebbero godere di 20 anni di incentivi. 100 €/MWh per i sistemi di consumo collettivo (condomini) o individuale (casetta). Per le CERS 110 €/MWh, con una maggiorazione per gli impianti fotovoltaici variabile da 4 a 10 €/MWh passando dalle regioni del centro a quelle settentrionali (minore insolazione rispetto al Sud). Se l’energia condivisa nella CERS dovesse essere inferiore al 70% di quella prodotta l’eccedente sarebbe venduta al GSE a 80 €/MWh. Ma per avere le idee chiare abbiamo bisogno della versione definitiva del decreto. Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica stima che nei prossimi anni saranno attivate da 15 a 20 comunità energetiche, un’affermazione generica: se son rose fioriranno.
Una cosa però è certa: poiché una famiglia tipo consuma 2700 kWh di energia elettrica ogni anno, con un impianto fotovoltaico si eviterebbero 950 kg di CO2/anno/famiglia.
Lino Santoro
1 comment
[…] Nel corso di questi anni l’UE ha licenziato numerose direttive per contrastare il Global Warming. Due recenti, una del 2018 l’altra del 2019, riguardanti le norme comuni per il mercato interno dell’energia elettrica, coinvolgono i cittadini incentivandoli a diventare Comunità di produttori di energia da fonti rinnovabili, per limitare il consumo di energia elettrica della rete. Le nuove Comunità Energetiche al centro di una rivoluzione energetica sono le Comunità di Energia Rinnovabile e quelle di Autoconsumo Collettivo. L’aspetto fortemente innovativo è che sono i cittadini i protagonisti di questa rivoluzione. Oltre a stabilire le regole per la generazione, la trasmissione, la fornitura e lo stoccaggio dell’energia elettrica la direttiva del 2018 (RED II) disegna il profilo della partecipazione attiva dei consumatori alla transizione energetica nelle Comunità Energetiche. […]