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Coordinamento per il Contrasto dell’Inquinamento Luminoso

Tempo di Lettura 6 Minuti

Intervista a Muzio Bobbio, uno dei suoi fondatori

Muzio è un collaboratore storico di Konrad (già dal lontano 2015), ma è anche un musicista, un astronomo, un maestro di svariate arti marziali. Insomma, chi è così sfortunato da non conoscerlo ancora, potrà rimediare leggendo questa intervista dove presenta un suo nuovo interessante progetto (che verrà ospitato anche su queste pagine).

Allora caro Muzio, come stanno gli astri?

Beh, grazie della tua presentazione, però mi fai sembrare “più grande” di quanto io non sia; fondamentalmente sono un perito elettronico che ha lavorato per oltre 43 anni in un ente di ricerca della provincia di Trieste e che ha applicato lo stesso “rigore scientifico” nei suoi hobby, che sono quelli che hai citato.

Permettimi soltanto di fare un appunto: gli astronomi sono i professionisti del settore, io sono soltanto un più modesto astrofilo; purtroppo ho sempre maggiori difficoltà a seguire questa mia passione a causa dell’inquinamento luminoso.

Va bene, rispetto la tua sincerità … Beh, chi siete e qual è il vostro progetto?

Da diversi anni frequento il Circolo Culturale Astrofili Trieste e, al ritorno da una nottata di osservazione sull’altopiano, mi sono soffermato ad ammirare la città dall’alto: è molto accattivante vederla illuminata di bianco, di giallo, di arancio e di azzurrino ma tutta la luce che si vede da lassù è indirizzata dove non serve ed è quindi sprecata: questo prende il nome di inquinamento luminoso.

Quando poi ho alzato gli occhi al cielo e ho visto sopra le nostre colline volare dei gabbiani al posto dei pipistrelli mi sono sentito in dovere di fare qualcosa.

Essendo anche socio del Circolo Verdeazzurro Legambiente abbiamo unito le forze e alla nostra proposta si sono uniti l’Osservatorio Astronomico di Trieste (afferente all’INAF), la Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU sezione di Trieste) e il WWF Trieste.

Il 29 giugno scorso questi cinque enti hanno firmato un protocollo di intesa informale denominato Coordinamento per il Contrasto dell’Inquinamento Luminoso (CCIL) con lo scopo di sensibilizzare la collettività e le pubbliche amministrazioni su questo problema, formulare proposte tecniche e legali, segnalare i casi più eclatanti, la mancanza di rispetto della legge regionale numero 15 del 2007 che verte proprio su questo argomento ma, essendo sconosciuta ai più, viene regolarmente disattesa ed ignorata.

Una parte della città (Trieste) ripresa dall’alto: tutti i lampioni la cui luce è visibile direttamente sono palesemente fuori norma (che prevede la sola emissione verso il basso, nemmeno orizzontalmente); le pareti delle case che appaiono illuminate sono indice di corpi luminosi che emanano ancora verso l’alto.

Il problema riguarda sia l’impossibilità di ammirare il cielo notturno, concedendo la visibilità solo ai pochi astri più luminosi e oscurando tutti gli altri, sia tutte le disfunzionalità legate all’ambiente naturale.

Perché è necessario veder le stelle, cioè perché è necessaria una conoscenza, almeno di base, generale, degli astri?

Beh, si può vivere anche senza vedere il cielo notturno ma se pensate che è stato la prima grande meraviglia degli uomini dai tempi preistorici (con un po’ di ironia potremmo dire che sia stata la prima TV), le prime civiltà di tutti i continenti vi hanno immaginato e proiettato i propri miti e i propri dei, fondato religioni (culti solari e lunari), hanno usato il cielo quale riferimento per orientarsi e muoversi verso terre sconosciute; il cielo è scienza e creatività, anche emotiva con la scrittura di poesie e canzoni… ad ogni costellazione, ad ogni pezzetto di cielo sono legate tante storie che è un vero peccato che una volta sparite dalla vista spariscano anche dalla memoria: se l’umanità ha deciso di rispettare e tutelare tutti i grandi patrimoni del passato perché non includervi anche quello che è stato il primo?

È incredibile come l’inquinamento si veda dappertutto, come interferisca con tutto, anche con il cielo, di notte… anzi, in questo caso credo che l’inquinamento si mostri non mostrando il cielo, o sbaglio? Mi viene in mente l’esempio delle falene (mi pare in Messico o comunque in America centrale) che cambiano rotta e si perdono perché si orientano seguendo le luci della città e non quelle antiche, oserei dire genetiche, delle stelle…

L’ambiente naturale è sempre più sconvolto da ogni forma di inquinamento; quello luminoso influisce negativamente sui ritmi biologici circadiani (quelli che si regolano con il sorgere e il tramontare del sole) di tutti gli esseri viventi; le piante sono alterate nel ritmo della fotosintesi clorofilliana e dei volatili ne abbiamo già accennato all’inizio della nostra chiacchierata, ma anche le loro rotte migratore sono influenzate da questo fenomeno; le tartarughe che escono dalle uova e dalla sabbia si dirigono verso la luce delle strade anziché verso i riflessi del cielo sul mare, le falene si suicidano contro le lampadine e le lucciole non sono più presenti nelle nostre campagne.

Anche l’uomo ne risente fortemente: avete notato certe recenti pubblicità di prodotti a base di melatonina da assumersi per dormire meglio? Vi siete chiesti come mai? Si, la luce di certe sorgenti, per intensità e per le sue caratteristiche di colore, fa credere al nostro cervello che sia ancora giorno e non ancora il tempo di dormire!

Il tipico errore facilmente evitabile. La fonte luminosa posta in basso (che punta quindi verso l’alto) non solo illumina l’oggetto interessato ma disperde il suo flusso luminoso verso il cielo e verso gli alberi a destra.

Ma limitare lo spreco di illuminazione (basterebbe solamente rivolgerla esclusivamente verso il basso anziché dovunque) già significherebbe dimezzare l’energia necessaria per ottenere quello stesso grado di illuminazione, se poi usiamo lampade con maggiore efficienza (attenzione, non è oro tutto quel che L…ED: anche questa fonte ha alcuni lati negativi, sia per la visibilità del cielo che per la vita degli uomini) riduciamo l’energia elettrica necessaria; considerando come viene prodotta in Italia significa impiegare meno risorse fossili, quindi bruciare meno e quindi a liberare nell’atmosfera meno anidride carbonica, notoriamente responsabile principale delle alterazioni climatiche che stiamo subendo: migliore l’illuminazione pubblica significa a catena, oltre al non indifferente risparmio economico, anche migliore clima!

Hai qualche libro e qualche link che consigli a chi si vuole avvicinare all’argomento?

Non sono a conoscenza di monografie importanti sull’inquinamento luminoso ma in rete si possono trovare moltissimi articoli, scientifici e non; il punto di partenza più importante in italiano è il sito http://www.inquinamentoluminoso.it dove potete trovare dei testi liberamente distribuiti e il collegamento al sito http://www.cielobuio.org; per avere la dimensione del fenomeno a livello mondiale è possibile consultare la mappa all’indirizzo https://www.lightpollutionmap.info, mentre se desiderate contattare il Coordinamento appena formato potete scrivere all’indirizzo di posta elettronica cil.trieste@gmail.com.

Grazie

Grazie a tutti

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Lino Santoro

1 comment

Proficua attività: L'inquinamento Luminoso in provincia - Konrad 26 Agosto 2023 at 8:16

[…] l’iniziativa ha già attirato un po’ di attenzione: oltre all’intervista proposta dal Direttore di Konrad (già pubblicata) e allo spazio che ci viene qui concesso, ci son state richieste altre due […]

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