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Dall’archivio di Konrad: DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO

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Non è colpa di nessuno. Intervista alla dott. Laura Maria Porcelli, logopedista, psicopedagogista

Cosa s’intende per “disturbo dell’apprendimento”?

I disturbi dell’apprendimento sono disturbi dello sviluppo che determinano delle difficoltà, a volte molto rilevanti, nell’acquisizione delle cosiddette abilità scolastiche (scrittura, lettura e calcolo). Cioè di quelle abilità che costituiscono i nucleo principale dell’istruzione, almeno nei primi anni di scolarizzazione.

Come e quando si presenta tale disturbo?

La difficoltà specifica si manifesta quando un bambino, con adeguate risorse cognitive ed esposto a normale iter scolastico, non sviluppa o sviluppa in maniera molto incompleta o con grandi difficoltà, l’abilità di lettura, scrittura, calcolo o di tutte e tre le cose.

Qual è la causa di tali disturbi?

Questo disturbo è di origine costituzionale, cioè fa parte del corredo genetico del soggetto. Non è dunque colpa di nessuno se si presenta e ostacola i processi di apprendimento del bambino.

È possibile intravedere già in età prescolare segnali da leggersi in questo senso? E se sì, cosa consiglia ai genitori?

Tali disturbi non sono facilmente pronosticabili in età prescolare. Solo uno specifico disturbo nell’acquisizione del linguaggio orale, può venire considerato un premonitore significativo di possibili disturbi dell’apprendimento. Direi quindi ai genitori – se si accorgono che il proprio figlio, dopo i 3-4 anni, non presenta un linguaggio fluente, sia da un punto di vista articolatorio (deve dire bene tutte le lettere mentre parla) che sintattico (quando parla le frasi deve essere lunghe e ben strutturate) – di rivolgersi senz’altro ad uno specialista (foniatra o logopedista).

Come si cura un bambino con tali disturbi?

Non esiste una “cura” per questi disturbi. Nel tempo si possono modificare solo le conseguenze funzionali attraverso l’attivazione di adeguate misure riabilitative, didattiche ed educative.

Cosa è chiamato a fare il genitore?

Quando un genitore sospetta di trovarsi di fronte ad un bambino con difficoltà di apprendimento, deve rivolgersi al più presto ad uno specialista per un valutazione diagnostica completa. La diagnosi, fatta attraverso specifici test permette di capire il quadro reale del bambino, evitando di incorrere in errori comuni, quali quello di colpevolizzare il figlio (“non impari perché non ti impegni”) o di attribuire la causa a problemi diversi che possono portare a una serie infinita di sofferenze e frustrazioni.

Lei pensa che i profondi cambiamenti della società nel suo insieme, possano essere tra le cause principali di tali disturbi?

Tra le cause principali no, in quanto come abbiamo detto si tratta di disturbi a base costituzionale; comunque, i bambini d’oggi tendono ad utilizzare un linguaggio che potremmo definire “metatelevisivo”, piuttosto povero e stereotipato ed hanno perso l’abitudine a fare dei giochi con le parole (rime, filastrocche, telefono senza fili, etc…) durante la prima infanzia e di lavorare con le fiabe. Ottimi stimoli, invece, per lo sviluppo delle cosiddette competenze metafonologiche necessarie per uno sviluppo del linguaggio scritto.

Punto, a me pare, importante: la TV ha un ruolo specifico a riguardo?

Come ho detto, la TV può essere un buon mezzo divulgativo per far conoscere meglio le problematiche riguardanti i disturbi di linguaggio e dell’apprendimento, ma dovrebbe essere senz’altro meno utilizzata dai bambini, soprattutto in età prescolare, per lasciare più spazio ad uno sviluppo più ricco del linguaggio, del gioco e delle abilità grafiche spontanee. Insomma, più spazio alla fantasia ed ai rapporti mamma-papa-bambino!

Lei pensa che la scuola debba assumere un nuovo ruolo per arginare affrontare tali problematiche?

Senz’altro. Perché qualcosa cambi davvero per i bambini con diagnosi di disturbo dell’apprendimento, è importante il massimo coinvolgimento della scuola, dato che è proprio lì che si manifestano questi problemi e che devono, quindi, essere affrontati e quando possibile, risolti.

Barbara Cantalino

Tratto da Konrad numero 123 di febbraio 2007.

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