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Il cielo d’autunno

Il cielo alle nostre latitudini, come tutti i grandi fenomeni della natura, possiede il suo ciclo annuale; il suo apparire è diverso ai poli o all’equatore, ma di questo ne parleremo in un prossimo articolo.

Una parte delle costellazioni, chiamate circumpolari, rimangono visibili tutto l’anno, seppure in posizioni diverse, mentre altre si alternano tra lo scomparire sotto l’orizzonte verso meridione o presentarsi allo zenit (a 90 gradi proprio sopra le nostre teste).

Per questo aspetto di grande variabilità, quando vengono proposte le mappe del cielo nei vari periodi dell’anno, si tende riprodurre la situazione a un’ora fissa (spesso le 22.00) nella prima parte della notte, anche se durante l’inverno è ovviamente possibile anticipare (anche di parecchio) l’inizio delle osservazioni.

Sono alle porte i primi giorni di ottobre e il triangolo estivo sta abbandonando al sua posizione allo zenit e il cielo si presenta con la bella e caratteristica costellazione di Cassiopea alta circa 60 gradi verso nordest e da questa possiamo partire per raggiungere altre costellazioni che in questo periodo possiamo ammirare alte nel cielo.

L’asterismo (l’abbiamo trattato da poco) che domina il cielo autunnale è il grande quadrilatero che costituisce il corpo di Pegaso che, assieme alle stelle che compongono la sua testa, sembra un ingrandimento del Grande Carro; oltre a essere facilmente e immediatamente riconoscibile, è altrettanto facilmente raggiungibile seguendo l’allineamento della seconda e terza stella di Cassiopea, oppure (ma è più complicato) prolungando la linea che dal Grande Carro passa per la Stella Polare, lambisce Cefeo e passa fra la Lucertola (quasi perfettamente allo zenit, anche se poco visibile) e Andromeda.

Se allineiamo la Stella Polare con la seconda stella di Cassiopea puntiamo decisamente verso Andromeda nel punto in cui si trova la famosa galassia, ritenuta quasi la gemella della nostra Via Lattea; questa sarebbe facilmente visibile anche a occhio nudo se il nostro cielo non fosse così pesantemente soggetto all’inquinamento luminoso.

Dalla parte opposta, allineando la terza e la quarta stella di Cassiopea si punta verso Perseo; tra queste due costellazioni si trova la più bella coppia di ammassi aperti, conosciuti separatamente con le sigle NGC 869 ed NGC 884 e assieme come Ammasso doppio di Perseo, anch’essi visibili a occhio nudo sotto cieli migliori, e che da noi si possono ammirare con un buon binocolo.

Allineando infine le stelle che costituiscono la pancia di Pegaso arriviamo alla piccola costellazione del Delfino (che sembra quasi un carro in miniatura) e proseguendo si giunge al Altair, la stella più luminosa dell’Aquila, appartenente al triangolo estivo di cui abbiamo accennato e del quale ne parleremo all’inizio della prossima estate.

Muzio Bobbio

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