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Lago di Garda: anni dopo

Ritorniamo al Lago di Garda, a luoghi già frequentati. Molti anni fa era bastato un giorno, ora in tre località facciamo durare il soggiorno una settimana.

Sirmione è idillica, i verdi campi con gli ulivi rimandano a epoche remote, le bouganville ancora in fiore ricoprono i muri di tanti edifici. Visitiamo la possente Rocca Scaligera all’ingresso della cittadina, le chiese di Sant’Anna della Rocca, di Santa Maria Maggiore, di San Pietro in Mavino con pregevoli affreschi antichi. Ci fermiamo alle grotte di Catullo, all’estremità della penisola, con gli imponenti resti archeologici di una villa romana circondata da verdi prati con ulivi e oleandri; in un tiepido e sereno pomeriggio autunnale la vista sul lago è stupenda.

Sirmione: la chiesa di San Pietro in Mavino dell'ottavo secolo con affreschi medievali.
Sirmione: la chiesa di San Pietro in Mavino dell’ottavo secolo con affreschi medievali.

Ci ricordiamo di Punta San Vigilio, sulla costa orientale. Prendiamo il battello per Garda e poi un bus. Scesi, sbagliamo il percorso e per sentieri scoscesi, simili ai nostri della Costa dei Barbari, camminando lungo il lago in quella che scopriamo essere un’esclusiva proprietà privata, ci troviamo bloccati da un’alta rete. Deve essere capitato ad altri, la rete è un po’ sollevata. Nonostante l’eta’ cerchiamo di strisciarci sotto, due giovani spagnole ci aiutano a passare, ci tirano letteralmente fuori.

Punta San Vigilio: uno dei siti più celebrati del Lago di Garda. Vi soggiornarono Winston Churchill, Laurence Olivier, il re Carlo III d’Inghilterra.

Punta San Vigilio termina in un porticciolo, circondato da edifici antichi, la scenografica villa Guarienti del cinquecento progettata da Sanmicheli, la Locanda San Vigilio in un edificio dello stesso periodo e attorno limonaie, cipressi e boschi di ulivi, il sito più incantevole e celebrato del lago. Ci soggiornarono visitatori illustri: l’imperatore Alessandro di Russia, Winston Churchill, Laurence Olivier, il re d’Inghilterra Carlo III.

Per spostarsi i mezzi più pratici sono sempre i traghetti. Sbarchiamo a Gardone e con breve salita raggiungiamo il Vittoriale, dove D’Annunzio soggiornò dal 1921 al 1938. La visita della casa museo ci opprime: nella penombra, claustrofobica con migliaia di libri e oggetti d’arte nei piccoli ambienti. Usciti finalmente all’aperto ci figuriamo di passeggiare in un cimitero, con la tomba del poeta, il Mausoleo, e le urne di legionari dell’impresa di Fiume. Non basta, c’è anche la prua di un incrociatore, un Mas, un velivolo, cannoni e mitragliatrici… Tra i visitatori un ragazzino indossa un maglietta con la scritta “Buongiorno, sto c…o”. Siamo sorpresi e dispiaciuti per la volgarità, la madre lo difende, è uno scherzo. Una nostra amica ci ricorderà che della mala educazione e della mancanza di ideali dei giovani sono responsabili gli adulti.

Seguiamo alla TV l’evolversi della situazione a Gaza e in Israele. Gli amici da Trieste ci scrivono di commenti non sempre condivisibili. Apprezziamo l’opinione “ragionevole” di chi ci scrive dell’obbligo di proteggere i civili, di por fine agli attacchi illegali, di non rispondere con crimini di guerra a crimini di guerra, di rimettere in libertà gli ostaggi, di far cessare il blocco illegale di Gaza e il sistema di apartheid cui sono costretti i palestinesi.

Giuliano Prandini

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