A volte basta copiare. Per esempio quel che sta facendo la Francia con i “parcheggi fotovoltaici”.
Entrerà infatti in vigore il 1 luglio la legge francese che obbliga i parcheggi esterni, esistenti e futuri, di oltre 1.500 mq (vale a dire dai 65 posti auto in su) a dotarsi di coperture con pannelli fotovoltaici su almeno il 50 per cento della superficie complessiva. I parcheggi oltre i 10.000 mq dovranno adeguarsi entro il 1 luglio 2026, quelli sopra i 1.500 mq entro il 1 luglio 2028. Chi non lo farà, sarà sanzionato con una multa di 40.000 Euro/anno per i parcheggi superiori a 10.000 mq, 20.000 Euro/anno per gli altri.
Lo scopo è evidentemente quello di incrementare la percentuale di fonti rinnovabili nel sistema elettrico francese (la Francia è in ritardo, su questo fronte, rispetto agli obblighi UE).
Il Governo francese stima un potenziale complessivo della misura pari a 11 GW (11.000 MW), equivalente alla potenza di una decina di centrali nucleari.
C’è però chi ha già provveduto, senza attendere l’obbligo: per esempio Disneyland Paris sta installando 20 ettari di pannelli sui propri parcheggi, che produrranno a regime 36 GWh/anno di elettricità, cioè l’equivalente del consumo di una città di 17.400 abitanti. Nella zona industriale di Corbas, presso Lione, un parcheggio da 4.600 posti auto coperto nel 2019 di pannelli fotovoltaici per una potenza di 16,3 MW, produce l’equivalente del consumo elettrico di 15mila famiglie.
Un bell’esempio insomma, che varrebbe la pena di imitare (comprese le sanzioni per gli inadempienti) anche in Italia. Dove tra l’altro il soleggiamento è maggiore rispetto alla Francia e dove non mancano certo enormi superfici di parcheggio nei centri commerciali, nelle zone industriali, nei pressi degli stadi e così via. Sempre che sulla transizione energetica, la lotta ai cambiamenti climatici, ecc. si voglia fare qualcosa di concreto e non limitarsi alle chiacchiere…
Naturalmente impianti fotovoltaici andrebbero installati anche sulle coperture dei capannoni, ed è grave che ciò sia stato fatto soltanto in alcuni casi. A questo proposito e limitandosi al Friuli Venezia Giulia – ma chi ne ha il tempo può sbirciare altrove – vale la pena di fare una “trasvolata” su Google Earth, per dare un’occhiata dall’alto alle zone industriali, ai centri commerciali, alle infrastrutture e alle relative aree di parcheggio. Ci si rende conto facilmente di quali e quante di queste (spoiler: pochissime) siano coperte da pannelli fotovoltaici e quali invece no.
Tra i parcheggi (e capannoni) fotovoltaici potenziali spiccano le grandi aree dell’aeroporto di Ronchi dei Legionari, di Città Fiera a Udine, del centro commerciale Tiare a Villesse, dell’ormai ex Wartsila a Bagnoli della Rosandra, ecc. Tutte aree, tra l’altro, in cui la disponibilità di superficie si abbina alla prossimità di strutture a elevato consumo elettrico, ed è intuitivo che convenga realizzare gli impianti di produzione il più vicino possibile ai centri di consumo.
Dario Predonzan