LIBRI
Pioniere e rivoluzionarie
Quando la memoria delle donne si fa storia
di Luca Meneghesso
Paola, militante del gruppo Germinal dalla metà degli anni Settanta, ci ha lasciato il 22 dicembre, dopo un lunga malattia. Non c’è solo il dolore della perdita per coloro che l’hanno conosciuta ma, come sempre accade nel caso della scomparsa di persone che hanno avuto una vita intensa, viene a mancare uno sguardo su fatti storici importanti, da lei vissuti in prima persona.
Pochi mesi prima era uscito per la casa editrice Zero in Condotta il libro “Pioniere e rivoluzionarie. Donne anarchiche in Spagna (1931-1975)”. L’inedita prospettiva di genere di questa pubblicazione dà nuove chiavi di lettura sulla storia del movimento anarchico in Spagna e ha il merito di aver registrato voci che altrimenti sarebbero state irrimediabilmente perse.
L’autrice, Eulàlia Vega, professoressa di Storia contemporanea all’Università di Lleida e di Trieste, si è a lungo occupata di storia del sindacalismo anarchico spagnolo, dei movimenti sociali e di genere.
Nei suoi precedenti lavori le figure delle numerose attiviste delle organizzazioni anarchiche e sindacaliste anarchiche restavano sullo sfondo, là relegate dalle fonti. Questa scomparsa delle donne testimonia quanto la temperie culturale machista infetti anche i movimenti rivoluzionari. Per oltrepassare questo limite Vega ha dovuto cambiare metodologia e rivolgersi alle fonti orali, prima che scomparissero le ultime protagoniste superstiti. Intervista nella loro lingua – spagnolo o catalano – altre donne, da sempre custodi della memoria orale.
Il lavoro, concluso dopo una ricerca di tre anni, non è stato facile a distanza di così tanto tempo dai fatti raccontati e con le anziane protagoniste talvolta ancora disperse dalla diaspora innescata dall’avvento del franchismo. Eulàlia Vega incontra undici anarchiche di diverse tendenze: anarcosindacaliste aderenti al sindacato CNT, anarchiche della FAI o delle Juventudes Libertarias e anarcofemministe di Mujeres Libres. Intrecciando e tessendone i racconti ricostruisce la storia del movimento anarchico e dei gruppi femminili attivi per la propria emancipazione, in quanto lavoratrici e in quanto donne.
Colpisce la discrezione di queste militanti che hanno rischiato la vita in azioni temerarie anche dopo la fine della guerra civile e hanno spesso portato sulle proprie spalle la responsabilità di famiglie e figli.
Centrale è il periodo della rivoluzione che si apre con le giornate del luglio del 1936 determinante per la storia di tutte loro. Ma il libro copre un arco di tempo dal 1931, proclamazione della Seconda Repubblica, al 1975, morte del dittatore Francisco Franco.
Ognuno dei cinque capitoli che compongono il testo attraverso le storie personali tratteggia e approfondisce gli eventi del periodo con le organizzazioni e persone che lo animarono. Le vicende si svolgono in particolare in Catalogna, terra di origine dell’autrice che ormai da molti anni vive a Trieste.
Scorrendo le pagine tornano molti nomi familiari per chi abbia percorso Barcellona con la metropolitana. Luoghi che erano e sono nervi e centri di resistenza. In una canzone di alcuni anni fa Manu Chao aveva campionato e inserito in una composizione la voce che annuncia le fermate del treno sotterraneo della capitale catalana “Próxima estación: Esperanza”, recitava la voce. Questo anche il messaggio del libro “Pioniere e Rivoluzionarie”.