Dove trovare le ingenti risorse economiche necessarie per la transizione energetica e per gli interventi di adattamento ai cambiamenti climatici già in atto (per tacere di quelli inevitabili del prossimo futuro)? E quelle per la protezione dei ceti più fragili, per migliorare l’istruzione e i servizi sanitari? Potranno/dovranno arrivare a tassare i più ricchi.
Oltre 213 miliardi di Euro all’anno: questo potrebbe essere il gettito di un’imposta progressiva sui patrimoni dei più ricchi (lo 0,5% degli abitanti) tra la popolazione dell’Unione Europea. Altri 59,5 miliardi potrebbero arrivare dalla lotta ai paradisi fiscali all’interno della UE. Lo afferma uno studio redatto, per conto del Gruppo dei Verdi al Parlamento Europeo, dall’ONG Tax Justice Network e ispirato all’imposta di solidarietà sul patrimonio, adottata in Spagna agli inizi del 2023. Va ricordato che lo 0,5% più ricco della popolazione detiene circa il 20% della ricchezza europea e che il patrimonio di questo ceto è cresciuto del 35% negli ultimi dieci anni. Il maggior beneficio di una tassa del genere andrebbe alla Germania (65,1 miliardi di Euro sui 213 complessivi) e alla Francia (46,1 miliardi), ma sarebbe notevolissimo anche per l’Italia (27,2 miliardi).
In pratica si tratterebbe di istituire un contributo di solidarietà dell’1,7% ai patrimoni superiori ai 3,6 milioni di Euro e fino al 3,5% a quelli superiori ai 14,8 milioni. Esempio: un privato con un patrimonio netto di 15 milioni pagherebbe 220.000 Euro supplementari all’anno.
Qui il link alla versione integrale dello studio.
Un primo tentativo di introdurre una patrimoniale per i più ricchi, ispirata allo studio di Tax Justice Network, si è avuto ai primi di ottobre nel Parlamento Europeo, ma è fallito per una convergenza di opposizioni tra le destre compatte con parti delle sinistre “moderate” (v. link).
In realtà, la proposta di una tassa sui patrimoni dei super ricchi era già stata avanzata in un appello divulgato in occasione del G20 di Nuova Delhi lo scorso settembre. Tra i firmatari (link nell’articolo qui sotto), Bernie Sanders, Thomas Piketty, Joseph Stiglitz, Brian Eno e molti miliardari. Solo due invece gli italiani… In ogni caso i Paesi del G20 – compresi i BRICS che tanti, chissà perché, osannano – non risulta abbiano preso in considerazione la richiesta.
Negli Stati Uniti esiste anche, da diversi anni, l’associazione Patriotic Millionaires, alla quale aderiscono 250 americani che dispongono di redditi annuali superiori al milione di dollari, oppure di patrimoni superiori ai 5 milioni di dollari. L’associazione chiede una tassa mondiale sui grandi patrimoni, con lo scopo di ridurre le disuguaglianze sociali, finanziare la transizione energetica, e così via.
Di fronte al fiorire di iniziative di questo tipo, non può non colpire l’inerzia di quasi tutti i Governi (con l’eccezione di quello spagnolo, come detto) con l’aggiunta, per quanto concerne l’Italia, della “distrazione” anche dei media nostrani, che per lo più ignorano l’argomento. Troppo impegnati a discettare sulla flat tax e altre analoghe amenità del nostro Governo?
Dario Predonzan