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Trasporti e infrastrutture

Un treno per Lubiana

– di Sergio Franco –

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Nel dicembre 2013 è arrivata una buona notizia: viene ripristinato il collegamento ferroviario tra Trieste e la vicina capitale slovena dopo una lunghissima stasi e la totale assenza di treni internazionali (l’ultimo dei quali è stato il Venezia-Budapest cessato il 10.12.2011). Non appena mi è stato possibile, ho voluto sperimentare la novità e così il 30 gennaio, non senza una certa emozione, mi sono imbarcato sull’unica carrozza in partenza da Villa Opicina assieme ad un solo, casuale compagno di viaggio. Il biglietto si fa in treno e costa circa 15 euro andata e ritorno. Mi sono detto: questo è soltanto un inizio, con la bella stagione il traffico da Villa Opicina certamente aumenterà.

Dopo solo dieci minuti di viaggio, a Sesana si cambia e si sale su un treno con più carrozze discretamente frequentato, che tocca le stazioni di Povir, Divača, Gornje Ležece, Kosana, Pivka, Prestranek, Postojna, Rakek, Logatec, Borovnica, Lubiana Tivoli.

Si arriva a Lubiana sotto una nevicata che paralizza la città e impedisce di allontanarsi dalla stazione. La  sosta concessa a Lubiana, prima di ripartire alla volta di Opicina è di sole due ore, che in caso di bel tempo avrebbero consentito una passeggiata nel centro cittadino. Al ritorno nel tratto Sesana-Opicina sono l’unico passeggero e il treno segna un ritardo abbondante di mezz’ora. Ma la vera emozione è stata quella di scoprire la stazione ferroviaria di Villa Opicina, sconosciuta a me e credo alla maggioranza dei triestini. Perciò mi sembra doveroso segnalare il recentissimo libro di Roberto Carollo, intitolato “Opicina e la Ferrovia”, che consente di conoscere la storia e l’importanza del nodo ferroviario, che ha svolto un ruolo fondamentale per l’economia di Trieste e del suo porto. La storia comincia nel 1857, quando il grande ingegnere Carlo Ghega progettò e diresse i lavori della “Südbahn o Meridionale”, cioè la ferrovia da Vienna a Trieste, opera veramente gigantesca per l’epoca e da considerarsi straordinaria ancora oggi, secondo il giudizio dell’autore di questo bellissimo libro, riccamente documentato con immagini fotografiche straordinarie (e che vale molto di più dei 20 euro del suo prezzo!).

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L’importanza del nodo ferroviario di Opicina aumentò nel 1906, con la costruzione di una seconda stazione ferroviaria a servizio della c.d. Transalpina, secondo collegamento ferroviario di Trieste con l’entroterra danubiano, distinto e indipendente dalla linea Meridionale. La linea denominata Meridionale venne ceduta dallo Stato a privati a seguito di serie difficoltà finanziarie, mentre la Transalpina venne assunta dalle Ferrovie austriache dello Stato soltanto molto più tardi e le due stazioni di Opicina vennero unificate. Il resto della storia la potete leggere nel libro documentario – così lo definirei – di Roberto Carollo. E’ un racconto che ci riguarda e che ancor più ci riguarderà se il nodo ferroviario di Opicina potrà ritornare in futuro fulcro di commerci e di scambi.

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