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Cinema

Gli ultimi tre film di Woody Allen

Tempo di Lettura 3 Minuti

– di Gianni Ursini –

Qualche tempo fa mi sono accorto con grande costernazione che a causa delle mie precarie condizioni di salute, avevo finito per trascurare uno dei miei cineasti preferiti, e cioè Woody Allen. In attesa di vedere sugli schermi il suo ultimo film Irrational Man, presentato con successo al Festival di Cannes il 15 maggio scorso, proverò a fare una breve carrellata sulle sue ultime opere.

To Rome With Love (2012)

Cominciamo con To Rome With Love, prodotto da Italia, USA e Spagna. Con questo progetto evidentemente Woody Allen aveva in mente di ripetere l’operazione compiuta con successo nel 2011 con Midnight in Paris: confezionare un elegante omaggio cinematografico ad una grande capitale europea. Ma questa volta gli è andata male. Nel film dedicato a Roma non vi è nulla di elegante. Sembra piuttosto una minestra riscaldata con l’aggravante della mancanza di condimento. Mettiamola così. Ad una persona completamente digiuna di cinema che guarda un film una volta all’anno, To Rome with Love potrebbe sembrare anche un’operina divertente e simpatica, un tentativo parzialmente riuscito di imitare certe commedie all’italiana degli anni Sessanta. Per chi invece possiede un minimo di cultura e passione cinematografica il film risulta un vero disastro. Anche la struttura ad episodi con vari personaggi che si arrabattano in situazioni assurde, grottesche ed imbarazzanti è tipica degli anni Sessanta. Non migliorano la qualità del film le innumerevoli citazioni dell’opera di Federico Fellini con un plateale rifacimento in chiave moderna del vecchio film Lo Sceicco Bianco. Anche la presenza di due famosi attori comici italiani come Antonio Albanese e Roberto Benigni serve a ben poco di fronte ad una regia stanca e sciatta, indegna del genio di Woody Allen. Insomma, un film da dimenticare. E lo stesso regista se ne deve essere accorto perché nel successivo film ha cambiato completamente genere ed ambientazione.

Blue Jasmine (2013)

Qui Woody Allen dimostra ancora una volta il suo straordinario talento per la tragedia. Jasmine Harris (Cate Blanchett) è una di quelle personalità autodistruttive che portano in sé le origini della propria rovina. Ex reginetta mondana di Park Avenue, travolta dagli scandali finanziari provocati dal marito Hal, che poi si è impiccato in carcere, si ritrova di punto in bianco senza il becco di un quattrino. Nonostante tutto non vuole rinunciare all’apparenza di donna di classe, anche quando si reca a San Francisco per chiedere aiuto alla sorella Ginger, fidanzata con un operaio soprannominato Chili, che Jasmine disprezza fin dall’inizio trovandolo insopportabilmente ignorante e volgare. Incapace di rapportarsi con la gente comune, Jasmine vive perennemente nella menzogna allontanando da sé tutti quelli che vorrebbero aiutarla, fino a che, rimasta in completa solitudine, si ritrova distrutta a parlare da sola su una panchina dei giardini pubblici canticchiando tra sé la canzone “Blue Moon”. Blue Jasmine è un ottimo esempio di perfetta intesa fra interprete principale e regista, e non a caso nel 2014 Cate Blanchett si è aggiudicata il premio Oscar quale migliore attrice, per la sua stupefacente capacità recitativa nella creazione di un personaggio cinico, ipocrita, egoista e al tempo stesso pateticamente vulnerabile.

Magic in the Moonlight  (2014)

Ultimo della serie questo film segna il ritorno di Woddy Allen alla commedia sentimentale tipica delle sue migliori produzioni. Ambientato sulla riviera francese nei ruggenti anni Venti il film narra la storia di Stanley Crawford (Colin Firth), che sotto i falsi panni del cinese Wei Ling Soo si esibisce con mirabolanti giochi di prestigio nei migliori teatri d’Europa. Quando un suo amico gli chiede aiuto per smascherare una truffatrice che afferma di poter comunicare con l’aldilà, Stanley non riesce a resistere e si reca nella lussuosa villa della Costa Azzurra dove è ospite la sedicente medium, sicuro di poterla distruggere in pochi minuti. Ma le cose non sono così semplici come appaiono, e sarà invece Stanley ad essere assalito da dubbi che scuoteranno le convinzioni di tutta una vita. Commedia esilarante e leggera come una bolla di sapone, Magic in the Moonlight è consigliabile a tutti quelli che amano una visione ottimistica dell’esistenza. Anche se la magia non esiste, alla volte l’illusione può essere un ottimo surrogato.

 

 

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