di Simonetta Lorigliola
Trieste dormi. Proprio come recita una delle sue canzoni popolari più note, il capoluogo del Friuli Venezia Giulia ha preferito chiudere gli occhi.
I primi a chiudere gli occhi sono stati i tanti – troppi- che non hanno votato.
Non erano elezioni qualsiasi. Erano in lizza non solo due sindaci e due coalizioni, ma soprattutto due modi di vivere. Due fronti di valori. Lo ha bene mostrato Sgarbi, invitato nel cuore della città dalla destra, insultando e blaterando ignobilmente davanti ad una platea (il dato più racappricciante) che lo elogiava e appoggiava.
Trieste dormi. Hanno chiuso gli occhi anche la maggioranza (non schiacciante) di coloro che hanno votato.
Li hanno chiusi sul presente. Non vogliono vedere che il mondo non è più quello di una volta, e neanche quello di 10 anni fa.
Il mondo di oggi è endemicamente in movimento. I flussi migratori non sono arrestabili. Uno o cento muri non fermeranno il fermento di fughe dalla miseria e dalla guerra, provocate dalle politiche scellerate degli stessi paesi che ora vorrebbero bloccare gli arrivi di profughi e richiedenti asilo.
Il mondo di oggi non può più essere quello degli irredentismi e dei federalismi egoisti, che hanno prodotto ovunque fenomeni di balcanizzazione, geografica e mentale. La diversità è il patrimonio antropologico più prezioso che abbiamo: solo incontro, mescolamento e mutazione possono garantirci un mondo evolutivo, che guardi con ottimismo e felicità al futuro.
Il mondo non è più quello della Bavisela in cui le stele brillano. In città brillano le polveri dello smog e della Ferriera che sta impestando la vita di tutti i triestini. Dipiazza chiuderà l’area a caldo? L’ha scritto sul suo programma. Vedremo. E cosa faremo di una città sovraccarica di automobili che rendono impraticabile la mobilità e irrespirabile l’aria?
Il mondo cambia, Trieste dormi. Resta al palo. Anzi, torna al vecchio palo.
Non guarda all’Europa e al mondo, ma preferisce credere a chi il mondo pensa di poter inchiodare al passato.
La città verrà ripulita, dice il programma del nuovo Sindaco, poiché “negli ultimi anni ha notevolmente ribassato il livello di pulizia e decoro”.
In questa attività di pulizia rientrano forse anche le proposte (nel programma) commissioni di controllo dei progetti didattici nelle scuole comunali. Come ai tempi del ventennale regime, e in chiara offesa alla libertà didattica ed educativa. Per esempio.
A lungo potremmo continuare. E lo faremo nei prossimi mesi. Monitorando e descrivendo. Sempre con l’occhio dell’informazione critica.
Trieste dormi?
Non tutta. E noi preferiamo concentrarci sul mar che se movi apena.
Quel mare rappresenta l’ottimismo di una visione che abbraccia e al tempo stesso supera la città, pensandola in movimento. Una visione che non possiamo perdere, chiunque questa città governi.
Noi staremo nel mare di idee, progetti, sogni che pensino e rivendichino una Trieste in divenire.
E non ci stancheremo di raccontarla e farla vivere. Non per dormire. Ma per sognare ad occhi aperti. E che i sogni siano i futuri progetti.
