ALIMENTAZIONE NATURALE
La castagna ovvero l’albero del pane
di Nadia e Giacomo Bo
Tipicamente autunnale, la castagna prende nome dall’antica città della Tessaglia, regione settentrionale della Grecia, che sorgeva al centro di estesi castagneti. In Europa ne parlò per primo Senofonte, nel IV secolo a.C. definendo il castagno come albero del pane. In seguito Marziale, nel I secolo a.C., e poi Virgilio descrissero il consumo e la coltivazione delle castagne che erano considerate un dono preziosissimo della natura perché potevano sfamare negli inverni più rigidi, si conservavano a lungo, si prestavano a moltissime ricette e venivano anche usate come moneta. I boschi venivano tenuti puliti proprio in attesa della loro caduta, e la raccolta era uno dei momenti più vivaci nelle comunità montane.
Dal punto di vista nutrizionale questo frutto può essere paragonato a un cereale, per la quantità di carboidrati. Le proprietà nutrizionali sono eccezionali: sali minerali, oligoelementi e vitamine. I suoi zuccheri complessi (i carboidrati) sono più digeribili di quelli dei cereali: le castagne sono energetiche, combattono le affezioni epatobiliari e intestinali, le malattie renali, le affezioni alle ossa, le alterazioni nervose e muscolari, sono lassative, antisettiche e aiutano il sistema circolatorio.
Il modo migliore per consumarle è come portata principale del pasto. Sono ottime sia bollite con l’aggiunta di cannella e zenzero, oppure di qualche erba aromatica, sia saltate sulla fiamma (le caldarroste). Possono essere accompagnate da verdure crude e cotte di stagione, mentre è meglio evitare altri carboidrati nello stesso pasto (pane o cereali).
Diverse persone sostengono di non poterle mangiare perché gonfiano la pancia e irritano l’intestino. In effetti le castagne facilmente fermentano nello stomaco dando origine a gas e gonfiori. Ma accade soltanto se vengono consumate nei momenti sbagliati, a merenda oppure a fine pasto. Basterà evitarlo.
Con le castagne secche si ottiene una farina con cui preparare un dolce molto conosciuto: il castagnaccio. Con questa farina a colazione si può preparare una crema, cuocendola una ventina di minuti in acqua, un po’ come nella preparazione del semolino, aggiungendo alla fine del miele o del malto per dolcificare. Infine, anche la preparazione dei dolci beneficerà dell’aggiunta di farina di castagne. E poi vi si possono realizzare gnocchi, polenta, frittelle e torte.
Le castagne sono buonissime nelle minestre di verdure, al posto del pane o della pasta, e accompagnano bene ogni tipo di pietanza, purché si abbia l’accortezza di non consumare insieme cibi molto proteici (carne, pesce, formaggi e uova) perché impediscono la corretta digestione dei carboidrati delle castagne, con la conseguente fermentazione degli zuccheri.
Infine, le castagne vanno benissimo per i bambini piccoli perché sono più digeribili dei carboidrati dei cereali, purché si facciano cuocere a lungo.
Come scegliere le castagne?
Preferite quelle locali. In Friuli e in Carso non mancano certo i castagni. Facendo meno strada saranno più fresche e migliori.
Va ricordato che per evitare che facciamo i vermi vengono spruzzate con prodotti chimici che poi finiscono nei nostri piatti. E infine, è vero che spesso costano molto.
Quindi, il consiglio migliore è di andare per castagne!