Dall’11 al 22 novembre si terrà il COP29 ovvero la 29° Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici in Azerbaijan a cui partecipa anche l’Italia. Dal sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica si legge che il piano della Presidenza della COP 29 si basa su due pilastri:
• “migliorare l’ambizione“: garantire che tutte le Parti si impegnino verso piani nazionali ambiziosi;
• “consentire l’azione“, riflette il ruolo fondamentale della finanza quale strumento chiave per trasformare l’ambizione in azione e ridurre le emissioni, adattarsi ai cambiamenti climatici e affrontare perdite e danni.
La priorità è quella di ottenere riduzioni profonde, rapide e durature delle emissioni per mantenere le temperature sotto controllo e rimanere al di sotto della soglia di 1,5°C.
Questa conferenza ci ricorda che siamo chiamati a livello globale ad affrontare un processo di cambiamento a più livelli. Un cambiamento a favore della sostenibilità.
Ogni processo di cambiamento inizia quando emerge la consapevolezza che ciò che andava bene in passato ora non funziona più. Questa consapevolezza emerge quando un sistema sperimenta malessere; questo vale sia a livello individuale che di gruppo. Un malessere che può manifestarsi sul piano fisico, emozionale e mentale quando un vecchio stile di vita, schema di pensiero, una modalità relazionale-gestionale, un comportamento, non è più sostenibile per quel sistema-organismo.
La terra è un organismo vivente che sta sperimentando malessere sul piano fisico. Un malessere che si manifesta come “riscaldamento globale” le cui ripercussioni ricadono a vari livelli. Questa consapevolezza del “malessere” patito dal nostro pianeta, e a caduta sui suoi abitanti, sta generando la spinta motivazionale ad operare un cambiamento in favore di una maggiore sostenibilità.
Ogni cambiamento per avere la possibilità di manifestarsi ha bisogno di essere definito in termini di intenti, di obiettivi, di modi e tempi di realizzazione affinché diventi qualcosa di concreto e non resti solamente sul piano mentale o ideale.
Riuscire a definire gli obiettivi però non basta, soprattutto quando non tutte le parti coinvolte condividono la necessità del cambiamento o ne comprendono il valore e l’importanza o sono disponibili a investire energie e risorse in tal senso. Per comprendere meglio questo tema propongo una riflessione sul tema del cambiamento e della sostenibilità dal punto di vista del mondo interiore individuale.
Innanzi tutto è necessario soffermarsi sulla significato della parola “sostenibilità” intesa come possibilità di sorreggere e sopportare comportamenti, azioni e stili di vita rispettosi della propria costituzione biopsicospirituale. Quando manca questo rispetto consapevole e si chiede troppo a un organismo vivente, che sia esso una persona, un team o un popolo, quell’organismo ne risente.
Per molto tempo si è agito a livello globale come se la Terra, e i suoi abitanti (regno vegetale, animale e umano) potessero sostenere qualunque tipo di fine, comportamento e azione umana ma si sta capendo che non è così. Il nostro pianeta è un organismo vivente e in quanto tale ha bisogno di cure, attenzioni e azioni consapevoli anche dei suoi limiti. Questo ci appare evidente quando l’organismo in questione è un essere umano. In questo caso siamo consapevoli dell’importanza di uno stile di vita sano. Ma cosa significa stile di vita sano? Vuol dire quanto meno evitare azioni nocive per il proprio corpo e per la propria anima. Nutrire il corpo e l’anima con ciò che fa stare bene perché in caso contrario insorge malessere e malattia. Eppure qualcosa di così evidente a livello individuale lo è molto meno a livello globale.
Diventare consapevole di cosa è di volta in volta sostenibile è un processo che è sempre in atto perché ogni organismo vivente, che sia individuale o di gruppo, è in costante divenire e cambiamento e questo implica due elementi fondamentali: consapevolezza e volontà di bene. Consapevolezza rispetto al riconoscere cosa è sostenibile e cosa no, e volontà di agire nel rispetto di quella consapevolezza.
Il futuro, per essere sostenibile implica imparare a prestare attenzione a cosa quell’organismo vivente può ancora “sorreggere”, sia che si tratti di una persona, una azienda, una città, una nazione o una comunità di nazioni. Ma l’attenzione e consapevolezza non basta; a questa deve seguire la volontà di agire in modo coerente con quella consapevolezza investendo l’energia necessaria in azioni coerenti con quella volontà. Come si manifesta una volontà nel concreto? Investendo le proprie energie vitali, le proprie risorse nella direzione ritenuta necessaria.
Sul piano globale questa energia è rappresentata dalle risorse finanziarie che vanno impiegate in direzione della sostenibilità e della consapevolezza ambientale. Ecco perché il focus di COP29 verte sui due pilastri citati sopra: garantire che tutte le parti si impegnino in piani nazionali ambizioni e trasformare l’ambizione in azione.
Per chi fosse interessato a visionare l’agenda del padiglione Italia questo è il link dove è possibile prendere visione dei vari temi che verranno affrontati https://www.mase.gov.it/pagina/cop29.
Simonetta Marenzi