Non sarà una vera estate, ma non mancano i dolci e succosi meloni; non lasciamoci sfuggire l’occasione per gustare questi frutti dai tanti pregi e dal fascino inossidabile.
Lo dimostra il fatto che il melone veniva coltivato in Egitto già nel V secolo a.C.; in Italia arrivò solo nel I secolo, ma fu subito un boom. Secondo Apicio, bisognava gustarlo con “pepe, puleggio [menta], miele o vino passito, salsa, aceto”.
In seguito i nostri frutti non persero mordente. Nel Rinascimento cominciarono le coltivazioni, prima a Roma e poi in Provenza, dei dolcissimi e aranciati Cantalupo, che presero il nome dai giardini papali dove furono piantati inizialmente, vicino a Roma. Tre secoli dopo lo scrittore Alexandre Dumas, ghiottissimo di meloni, donò alla città di Cavaillon (centro francese di produzione) le sue 400 opere pubblicate in cambio di un vitalizio: 12 meloni all’anno!
Principali tipi di melone
Varietà estive (di consumo immediato) | Varietà invernali (a lunga conservazione |
Cantalupo: tondo, con buccia liscia di colore grigio-verde tendente al giallo o polpa aranciata | Giallo o d’inverno: ovale e voluminoso, con buccia gialla, polpa bianca profumata di vaniglia. |
Retato: tondo od ovale, reticolato evidente ed eventuale segno della fetta, polpa più o meno aranciata | Piel de sapo (pelle di rospo): verde scuro e allungato, ha la polpa bianca e dolce. |
Un duro esigente La scorza dura può far credere che il nostro frutto sia robusto, invece ha esigenze colturali ben precise: vuole il caldo asciutto. Anche per la maturazione richiede attenzioni. Se colto presto ne risente la qualità, perché il contenuto zuccherino resta sotto il 10%; se colto tardi deperisce in fretta. L’equilibrio è delicato!
Un buon melone va toccato per verificare che sia bello sodo e che l’area opposta al picciolo sia elastica; annusato, per sentirne il profumo (se di varietà retata); soppesato, perché è bene che sia pesante rispetto alle dimensioni; esaminato, per vedere se ha screpolature concentriche nella zona del peduncolo (segno di maturazione).
Se il profumo non è intenso va conservato a temperatura ambiente, così che possa terminare la maturazione; in caso contrario va tenuto in frigo.
Basta prosciutto! Tradizionalmente il melone viene gustato con il prosciutto, ma è ora di rinnovare! Va da sé che è ottima la combinazione in macedonia, la trasformazione in frullati, torte o dessert, ma perché trascurare gli usi come antipasto? Tagliato a cubetti, il melone può essere mescolato con pezzetti di feta o di camembert, semi di zucca e timo fresco, o ancora infilzato su spiedini in alternanza con dadini di tempeh e foglie di rucola. Nelle insalate miste è squisito: per esempio con cetrioli, basilico e pinoli. Non meno appetitosa la versione “carpaccio”: fettine sottili marinate con limone e olio extravergine, timo e zenzero grattugiato. Per i più audaci ci sono chutney, risotti e zuppe fredde.
La salute sotto la buccia Scavando sotto la dura scorza, scopriamo che il melone è un frutto con un alto contenuto zuccherino (anche oltre il 13%) ma comunque dissetante e ipocalorico. Povero di grassi e di proteine, è in compenso ricco di fibre, oltre che di minerali e vitamine. Tra i minerali spiccano il potassio, utile per regolare l’equilibrio idrico e ridurre la pressione, il fosforo, il ferro e il calcio; tra le seconde la C ma, soprattutto, la A: da qui il suo potere antiossidante.
Disintossicante e rinfrescante, il melone aiuta a prevenire i coaguli nel sangue e facilita l’abbronzatura perché stimola la produzione di melanina. Deve rinunciare a tutto ciò soltanto chi è diabetico e chi soffre di acidità o altri disturbi gastrici.
La polpa schiacciata è utile anche per uso esterno: applicata sulla cute reidrata, lenisce infiammazioni e lievi scottature.
Fior di melone
Una gustosa scorta di antiossidanti!
1 melone medio ben maturo
1 pompelmo rosa
1 cestello di more (meglio se colto da sé!)
Sbucciate il melone, privatelo dei semi e tagliatelo a triangolini di diversa lunghezza (serviranno a formare i petali del “fiore”; quelli più lunghi vanno messi sotto, per formare la base). Lavate e asciugate con delicatezza le more e disponetele al centro del “fiore”. Irrorate con il succo del pompelmo, lasciate riposare una mezzoretta in frigo e servite, decorando eventualmente con qualche fogliolina di menta fresca.