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IL CANTO DEL PROFETA di Paul Lynch

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La domanda è: potrebbe accadere? 

Ricordate il film L’onda (2008, regia di Dennis Gansel) tratto dal romanzo di Todd Strasser (a sua volta ispirato a un caso realmente accaduto in California nel 1967)?

Un insegnante, per dimostrare ai suoi studenti come il pericolo di una dittatura sia sempre dietro l’angolo, tenta un esperimento in classe: giorno dopo giorno chiede ai ragazzi di marciare sul posto inebriandosi del ritmo che i piedi battono all’unisono, di vestirsi alla medesima maniera, di sentirsi parte di un “movimento” e di idearne il nome. In meno di una settimana i ragazzi ne sono morbosamente elettrizzati e inventano persino un gesto – un saluto… – che contraddistingue chi fa parte del gruppo. Specie per i più frustrati, senza una solida famiglia alle spalle e privi di capacità critica, il movimento diventa ragione di vita. L’insegnante perde rapidamente il controllo della situazione e il finale è tragico.

Vedere quel film fu un pugno nello stomaco. Sì, la nascita di un movimento totalitario può davvero (ancora, nonostante gli anticorpi che ingenuamente presumiamo di avere) essere cosa facile e veloce. Banale, direbbe Hannah Arendt.

Un altro, simile, schiaffo mi è arrivato recentemente con la lettura de Il canto del profeta dello scrittore irlandese Paul Lynch, vincitore del Booker Prize 2023 e portato in Italia da 66thand2nd  con la sensibile traduzione di Riccardo Duranti. Molti lo hanno definito un romanzo “distopico”, ma lo è davvero? Lo stesso autore in molte interviste sostiene di no; non è distopia (magari lo fosse!) poiché da una parte o l’altra del mondo queste cose semplicemente stanno accadendo.

È sconvolgente vederle svolgersi in Irlanda, isola verde e bellissima, Stato democratico ed europeo. Eppure, Lynch lo fa volutamente succedere proprio lì (dove meno ce lo aspetteremmo), immaginando che un partito di estrema destra, il NAP, National Alliance Party, abbia preso il potere.

Con una scrittura raffinata, intensa e ansiogena – ogni capitolo è una corsa senza sosta verso il baratro, senza una suddivisione in paragrafi che consenta di riprendere fiato -, Lynch racconta di una normalissima famiglia (marito insegnante e sindacalista, moglie microbiologa, e i loro quattro figli) la cui esistenza viene sconvolta dal nuovo assetto politico.

Quando Larry scompare, inghiottito dal sistema proprio perché sindacalista, Eilish si trova da sola a badare ai bambini e assistere il padre malato, e a cercare di capire cosa sia successo… I diritti che sembravano scontati, costituzionalmente garantiti, non esistono più. Il controllo governativo agisce in ogni settore della vita, privata e pubblica, e chi non appoggia il NAP viene eliminato.

Eilish si sente costantemente scissa in due. «È un’altra versione di sé quella che Eilish fa salire in macchina per mettersi al volante, vedendo a malapena la strada […] c’è uno iato tra le cose come sono e le cose come dovrebbero essere, Mark è diventato un altro figlio, lei ora è un’altra madre, le loro vere personalità sono da un’altra parte».

Colpisce nella scrittura di  Lynch (da molti avvicinato a Orwell e a Saramago) proprio questo: l’abilissimo alternare la realtà di Eilish e il suo intimo tormento, le parole che pronuncia e le parole che davvero pensa, i movimenti che amorevolmente compie mentre la testa è trascinata altrove. Come nei toccanti attimi di tenerezza in cui stringe tra le braccia la bambina, rassicurandola sull’amore del papà, prestando contemporaneamente l’orecchio alle esplosioni in strada, in una città precipitata nel caos.

Il vissuto interiore di Eilish si riversa sulla pagina come un fiume in piena. Il lettore ne è travolto e angosciato. Potrà appoggiare il libro sul comodino e spegnere la luce, ma una domanda lo coglierà inesorabile dentro al buio: potrebbe succedere nel mio futuro, nel mio paese, qui?

Il canto del profeta intercetta magistralmente le inquietudini del nostro tempo.

Il canto del profeta
di Paul Lynch
Traduzione italiana di Riccardo Duranti
edizioni 66thand2nd
pagine 276

Luisella Pacco

Tratto da Konrad 241 di aprile 2025

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