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Intervista a Fernando Miele, colombofilo

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Dichiaro subito che l’intervistato è da me strettamente conosciuto ed era da anni che volevo intervistarlo sulla sua passione di colombofilo: è una passione piuttosto sconosciuta ai più e già per questo interessante e meritevole di scoperta; c’è però sottesa un’altra ragione, ovverosia la vittoria di una gara internazionale…

Innanzitutto, una domanda importantissima e dirimente: piccioni o colombi?
Sono sinonimi, anche se a mio parere è più corretto usare colombo poichétutti i colombi/piccioni derivano dalla columba livia latina e selvatica.

Come ti sei avvicinato ai colombi?
Ho avuto il primo approccio a 14 anni in Brianza, frequentavo il circolo Casa del colombofilo a Lissone e naturalmente sono stato attratto dall’affascinante mondo dei colombi da gara: con l’aiuto di alcuni allevatori ho installato la mia prima colombaia iniziando così a gareggiare.

È vero che una volta, nemmeno tanto lontano, il piccione viaggiatore doveva essere denunciato ai militari?
Fino al 1998 per installare una colombaia bisognava richiedere l’autorizzazione prefettizia e l’autorizzazione sanitaria. Dopo aver chiesto l’autorizzazione al prefetto bisognava attendere il sopralluogo dei carabinieri che, dopo le dovute indagini tipo fedina penale ubicazione etc., riferivano al prefetto. A questo punto la colombaia diventava installazione militare sotto la supervisione del genio militare, ispettorato trasmissioni. Naturalmente, in caso di necessità, vi era l’obbligo di mettere a disposizione i colombi e l’installazione.
Al giorno d’oggi questo non è più necessario e per iniziare basta avere un luogo idoneo e comunicare l’inizio allevamento alle autorità sanitarie.

Tralasciando scenari apocalittici, l’allevamento di piccioni viaggiatori è ora un vero e proprio business, non è vero? Con tanto di pedigree come i cavalli o i cani da corsa… Che mercato c’è e come funziona?
Con l’avvento di nuove forme di constatazione arrivi (segnatempo elettronici) si è sviluppata una nuova modalità di gare.
Oltre alla gara classica dove il colombo viene portato a distanze da 10 a 1000 km e poi torna a casa dell’allevatore, si gareggia con le cosiddette OLR (One Loft Racing): in questo caso l’allevatore iscrive i colombi e li conferisce all’organizzatore all’età di circa 40 giorni; in questo modo si raggruppano migliaia di colombi da tutto il mondo e la gare così concepite danno molto più valore ai partecipanti. Questo ha sviluppato il business in tutto il mondo, in particolare nei paesi asiatici, Cina in testa.

E ora, entriamo nel merito dei tuoi piccioni: so che hai vinto una gara in Thailandia e che a breve il tuo esemplare pennuto andrà all’asta…
È vero. Il mio esemplare pennuto che si chiama Bora e come si evince dal nome è triestino, ha vinto una delle gare più prestigiose a livello mondiale.
Bora non ha vinto una sola gara ma il campionato che è incentrato su 5 gare dai 235 ai 530 km, che lo ha consacrato miglior colombo su 11.400 partecipanti; il che mi ha permesso di vincere la prestigiosa Coppa del re di Thailandia (King’s Cup Thailand). A questo punto Bora sarà venduto all’asta da PIPA (Pigeons Paradise) che è la casa d’aste di colombi più famosa al mondo, la Sotheby’s dei colombi.

Appurato che oramai hai un campione, com’è messa l’Italia e Trieste in particolare?
In Italia ci sono circa 2.000 allevatori, a Trieste siamo una decina. Si stanno affermando anche in Italia le OLR.

Per tranquillizzare i lettori, ci potresti descrivere la qualità della vita di un tuo piccione? Ci sono parametri da rispettare?
I colombi viaggiatori sono allevati per passione, di conseguenza, hanno degli standard elevati di cure quali vaccinazioni, igiene dei luoghi, alimentazione, etc.; oltre a questo, non sono costretti in gabbie ma possono seguire la loro natura volando liberi e tornando volontariamente nelle proprie colombaie.

Ma com’è che un colombo ritrova la via di casa (o di partenza) anche se viene rilasciato a 1.000 km di distanza da quel punto? Perché io non lo so fare, senza bussola o almeno cartina geografica?
La via è sempre quella di ritorno alla propria colombaia: anche loro non hanno cartine o bussole, però riescono a tornare. Ci sono decine di teorie su questa loro capacità: campi magnetici, posizione del sole e tante altre molto più fantasiose ma nessuna verificata con certezza. Perciò dovrai tenerti la tua curiosità come tutti noi.

Grazie, e buona fortuna!

Fernando Miele_Facebook

Riccardo Redivo

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