– di Sergio Franco –
Auto a idrogeno a Bolzano ed elettriche a Bari
Ancora una volta si parla qui dell’automobile, sia pure contro la mia scarsa simpatia per un’umanità legata anche in futuro soprattutto al mezzo di trasporto privato. Il numero del Corriere Innovazione del novembre 2014 dedica ampio spazio all’automobile del futuro, sempre più simile a un robot. Sandro Mangiaterra descrive l’auto che si metterà in moto con un comando a voce e addirittura il sedile che sarà in grado di misurarci la pressione e, se vorremo, di controllare con un elettrocardiogramma lo stato del nostro cuore.
Tutti i comandi saranno vocali e sarà persino possibile collegarsi con la propria casa per accendere a distanza il riscaldamento. Insomma un vero mostro tecnologico. Sullo sfondo si profila addirittura l’auto che viaggia da sola, come già accaduto nell’esperimento del raid Milano-Shanghai, organizzato quattro anni fa da Alberto Broggi dell’Università di Parma. Si stima che dopo il 2050 tutte le vetture, almeno in linea teorica, potranno muoversi e viaggiare senza conducente.
In attesa che tutto ciò avvenga, si fa strada anche la possibilità che in futuro l’auto possa venire alimentata dall’idrogeno, mettendo fine al dominio incontrastato della benzina e delle multinazionali del petrolio. Ce ne dà notizia, sempre sul Corriere Innovazione Luca Barbieri, informandoci che il primo impianto di prodizione, stoccaggio e distribuzione dell’idrogeno per veicoli aziendali e privati è sorto a Bolzano, dall’idea del chimico Walter Huber, che il 5 giugno 2014 ha aperto nel cuore del Sud Tirolo il primo impianto al mondo (!) di produzione dell’idrogeno per autotrazione.
Già da qualche mese circolano a Bolzano cinque autobus pubblici ad idrogeno e dieci auto aziendali a noleggio, che contribuiscono a lanciare il progetto di mobilità ad emissioni zero. L’Istituto per le innovazioni tecnologiche di Bolzano sta guidando il progetto europeo per far arrivare sul mercato le nuove auto a cella combustibile a idrogeno. Attualmente in Europa, ci informa Barbieri, sono in circolazione 80 veicoli ad idrogeno e 12 sono le stazioni di rifornimento. Come si vede siamo soltanto agli inizi e Huber afferma che se si diffondesse l’auto ad idrogeno, si creerebbero molti posti di lavoro. E anche i costi per produrre l’idrogeno sarebbero bassi, se l’energia elettrica necessaria venisse prodotta con impianti fotovoltaici.
E l’auto elettrica? Ludovico Fontana, sempre sul medesimo periodico, ci informa che a Bari circolano più di 500 auto elettriche, dopo che nel capoluogo della Puglia sono state installate 26 colonnine per la ricarica di auto elettriche in 13 postazioni diverse. Ciò è stato possibile grazie ad un accordo fra Comune di Bari ed Enel, il quale si è fatto carico delle spese di installazione degli impianti. Insomma l’innovazione produce i suoi effetti positivi, dovunque ci sia l’iniziativa di qualcuno, sia al Nord che al Sud.Per tornare all’articolo di Sandro Mangiaterra la tecnologia è ottima ed abbondante, purché si sappia sfruttarla. Ma il punto è che in Italia, dice l’articolista, oltre ai soldi, mancano le idee.
Qui non sono d’accordo con il giornalista: le idee non mancano e anche i soldi, a parer mio, ci sono, ma nascosti,magari in Svizzera.