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Economia e lavoro

Vi piacerebbe un mondo di criptomoneta senza banche centrali? Miraggi e realtà nell’oasi di Bitcoin

Tempo di Lettura 3 Minuti

– di Comandante Diavolo –

Questa storia parla di personaggi misteriosi, crittografie digitali, algoritmi, omicidi, traffici illegali, ladri, banche centrali, governi e molto altro. Questa storia comincia nel 2008, ironia della sorte, annus horribilis per la finanza mondiale e non solo. Una persona che si fa chiamare Satoshi Nakamoto pubblica un articolo dove espone le sue idee su di una nuova moneta digitale. La sua vera identità non è nota, non si sa se sia una donna o un uomo, dove viva, se sia una persona sola. Tutto quello che si sa è che l’indirizzo mail che usa per pubblicare l’articolo è originato in Germania e che deve avere una straordinaria mente matematica perchè la sua scoperta è davvero formidabile. Ha inventato una moneta digitale virtualmente immune da frodi il cui controllo è in mano alla rete. Il grosso problema della crittografia digitale è impedire che il dato venga copiato: faccio un acquisto su internet, autorizzo la compagnia della carta di credito a pagare una certa somma al venditore, devo avere la certezza che nessuno possa riutilizzare quella somma per effettuare indebiti pagamenti. Il problema viene tradizionalmente risolto attraverso una controparte centrale che in tempo reale tiene  traccia di tutte le transazioni. Nakamoto partorisce un sistema decentralizzato basato sul peer-to-peer (p2p) dove ogni nodo della rete al tempo stesso immagazzina dati (server) e può accedere a dati di altri (client).

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È simile ad un puzzle che si risolve solo se tutte le tessere vanno assieme nello stesso momento, un mosaico talmente complesso  che nessun singolo utente della rete ha una potenza di calcolo sufficiente ad assumerne il controllo. Le creature di Nakamoto sono Bitcoin e bitcoin: Bitcoin, con la B maiuscola, è la spina del dorsale del sistema collettore di tutte le transazioni (Blockchain); bitcoin, con la b minuscola, è il nome della criptomoneta circolata nell’ecosistema di Bitcoin. I membri della blockchain sono i cosiddetti miners (minatori, estrattori): scaricano il software Bitcoin e mettono a disposizione della rete un pò della loro capacità di calcolo, venendo ricompensanti in bitcoin. Ci possono essere fino a 21 milioni di bitcoin in circolazione, anche se sembrerebbe possibile creare della catene laterali per espandere il sistema oltre I limiti attuali. La più piccola frazione di bitcoin che si può scambiare è all’ottava cifra decimale. I bitcoin vengono scambiati su borse online, dove ogni utente ha un wallet (portamonete) codificato univocamente da cui è possibile comprare e vendere bitcoin. La rivoluzionarietà risiede in diversi aspetti. La criptomoneta non necessita di banche centrali che la emettano o che ne regolino l’offerta, ma è totalmente decentralizzata. L’offerta di criptomoneta è fissa (o comunque limitata) e questo la rende eminentemente non inflazionistica. Numerose sono le applicazioni, attuali o futuribili: dalla possibilità di un nuovo sistema di pagamento, per acquisti di ogni tipo alla possibilità di collegare ad ogni transazione su Bitcoin un contratto, un certificato di proprietà. Qui probabilmente risiede l’innovazione a più alto potenziale, con la creazione di un enorme “notaio virtuale”. Non tutto però è rose e fiori. Infatti il sistema presenta diversi problemi. Tra i principali citiamo il codice sorgente di Bitcoin sembra non essere mai stato modificato dalla sua creazione, il che lo lascerebbe esposto a rischi di hackeraggio mentre la capacità teorica limitata a 21 milioni rende marginalmente sempre meno redditizia l’attività di estrazione. E ancora, il sostanziale anonimato rende lo strumento appetibile per commerci illegali e per il riciclaggio. Esiste una parte di internet che non è in chiaro, in quanto non indicizzata, dove si naviga anonimamente per accedere a servizi di tutti i generi dall’acquisto di armi allo scambio di droghe; è addirittura possibile ingaggiare un killer professionista. Di questo è accusato l’inventore di Silk Road, un sito americano dove i pagamenti si regolavano (anche) in bitcoin. Poi, le borse dove i bitcoin sono scambiati supportano volumi spesso bassi ed esplodono su picchi di domanda, come e successo a Mt Gox, la più grande borsa di bitcoin finora esistita. Infine, c’è un rischio regolamentare laddove i governi non riconoscano bitcoin come moneta oppure ne tassino le transazioni e gli eventuali guadagni. Finora ne è derivata una enorme volatilità nei prezzi. Bitcoin ha un futuro incerto, forse breve, ma incontra in essenza la nostra approvazione per le sue peculiarità anti-sistema.Ci auguriamo possa rappresentare un primo passo verso un nuovo paradigma di moneta.

Fonte: bitcoincharts.com
Fonte: bitcoincharts.com

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