Ha fatto molto discutere il recente limite di velocità imposto a Bologna: non si deve guidare a più di 30 chilometri all’ora. Di questo problema si è occupato anche Bruno Vespa nel suo programma del 23 gennaio. Chi guida dice che se deve controllare il contachilometri, non può stare attento a quello che succede in strada, e che comunque chi per lavoro deve fare un certo numero di consegne, ha orari da rispettare; chi non guida dice di sentirsi più sicuro col limite, e che il numero di pedoni coinvolti in incidenti è molto alto. Il sondaggio informa che il 64,7% degli intervistati è favorevole al limite. Ma vediamo di analizzare i dati dal punto di vista matematico e logico.
Intanto una delle persone intervistate, documentata, riferisce che i dati dicono che nel 2023 a Bologna la media oraria era di 32 km all’ora, e quindi andare a 30 all’ora, poca differenza fa. Ecco, questo non è vero, perché se un bus rispetta il limite di 30, con le fermate e i semafori, farà risultare una media di 15 circa. E la conferma la abbiamo dal sito di Trenitalia: per andare da Trieste a Milano, cioè per percorrere circa 400 km, già senza fare cambi di treno occorrono 4 ore abbondanti, cioè un treno che supera i 200 all’ora fa risultare una media di 100 km/h.
Poi, un altro dei presenti in sala ha avuto il figlio ucciso da una automobilista poi risultata con un tasso alcolico tre volte il limite ammesso: ovviamente si schiera a favore del limite di velocità. Subito dopo il comandante della Polizia di Palermo informa di aver fermato più volte automobilisti che guidavano a oltre 130 km/h, mentre la velocità media di tutti i veicoli è di 17 km/h. Infine, il viceministro dei Trasporti, Edoardo Rixi, riflette sul fatto che probabilmente il problema non è la velocità, ma la disattenzione alla guida. In effetti, se guido a 30 o a 50 all’ora, ma chatto, è più facile che avvenga un incidente, indipendentemente dalla velocità.
Queste sono le testimonianze raccolte durante il programma. A me sembra che gli stessi favorevoli al limite ammettono che la soluzione non è limitare la velocità, ma fare in modo che non guidino persone che hanno bevuto più del limite, o che usano il telefonino mentre sono al volante; chi poi guida a 130 all’ora con il limite di 50, non credo rallenti vedendo il limite di 30.
Allora le soluzioni potrebbero essere di usare tutta questa tecnologia che esiste per fornire ogni veicolo di un rilevatore, attivato automaticamente quando si entra in un centro cittadino, che rallenta il mezzo. Come esiste il braccialetto elettronico per le persone, anche il braccialetto delle automobili permetterebbe il monitoraggio dei soggetti già rei di violazioni del codice della strada. Ovviamente, se ad un controllo si verifica che il braccialetto è stato staccato dal mezzo, scatta il sequestro. Le nuove automobili sono in grado di accorgersi se il conducente sta per addormentarsi o se è distratto da apparecchi accesi vicino al cruscotto, e possono intervenire per spegnere i vari apparecchi distraenti.
Ma ci sarebbe ancora un modo per limitare la velocità: sincronizzare i semafori in modo che in vie lunghe chi arriva troppo presto al semaforo successivo deve attendere; per fare un esempio, a Trieste la nostra via Carducci e le Rive permettono un’andatura attorno ai 50 all’ora (stima ad occhio, fatta da me), se se ne ritenesse la necessità, basterebbe sfasare i “verdi” e il gioco è fatto. Con questa soluzione non occorrono segnali con limiti da piantare nelle strade, vicini che fermano e multano le automobili, e probabilmente non sarebbero sorte tutte queste discussioni.
Comunque, appena riaperta la galleria di Piazza Foraggi, per un periodo c’era il limite di 30 all’ora, non più dai primi di dicembre. Io lo rispettavo, superandolo appena di un po’, anche perché ho a bordo la scatola nera che monitora la mia guida. Dietro a me si formava ogni volta una lunga coda di automobili impazienti, quindi… se anche siamo favorevoli ai limiti… verranno poi rispettati? A questo non so rispondere.
Giorgio Dendi