Ci lasciava il 17 agosto 1942 Irène Némirovsky.
Nonostante il periodo di oscurità, il suo genio è stato riscoperto, tanto che oggi è considerata una delle più grandi autrici francesi di tutti i tempi: infatti la sua storia è travagliata e se ai suoi esordi venne subito celebrata come scrittrice di talento, è stata poi segnata dalla persecuzione nazista a causa delle sue origini ebraiche.
Irène Némirovsky nacque nel 1903 a Kiev, quando la città era sotto il dominio russo, in una famiglia ebrea. A causa della Rivoluzione d’Ottobre e del legame con la famiglia dello zar, i Némirovsky dovettero fuggire dalla Russia e si stabilirono in Francia. Irène ebbe un’infanzia privilegiata e ben educata, imparando il francese prima del russo e studiando alla Sorbona. Pubblicò il suo primo racconto nel 1923, ma fu con il romanzo David Golder del 1929 che raggiunse la notorietà.
Nonostante il successo, con l’ascesa del nazismo la situazione personale della scrittrice si complicò: non riuscì a ottenere la cittadinanza francese e dovette pubblicare sotto pseudonimo. Nel 1939, si convertì al cattolicesimo, ma questo non la protesse. Con l’occupazione nazista, si rifugiò in campagna dove iniziò a scrivere il suo capolavoro incompiuto, Suite francese. Tuttavia, le leggi razziali le impedirono di continuare a pubblicare e, nel 1942, fu arrestata e deportata ad Auschwitz, dove morì. Suo marito tentò invano di salvarla e finì anch’egli deportato e ucciso. Le figlie di Némirovsky, però, riuscirono a salvarsi e a conservare i manoscritti della madre, permettendo la pubblicazione postuma di Suite francese e una biografia.
Nonostante il grande successo iniziale, la figura di Irène Némirovsky cadde per lungo tempo nell’oblio, oscurata dagli eventi tragici della Seconda guerra mondiale e dalle persecuzioni naziste. La Francia, che in seguito l’avrebbe acclamata come una delle sue più grandi scrittrici, le negò ripetutamente la cittadinanza in vita e si dimostrò indifferente al suo destino di ebrea deportata. Solo negli anni Sessanta, grazie anche agli sforzi delle figlie, le opere di Némirovsky furono riscoperte e ripubblicate dall’editore Grasset in Francia e, in Italia, da Feltrinelli prima e Adelphi poi, quest’ultima restituendole finalmente il posto che le spettava nella letteratura mondiale.
Il caso letterario di Suite francese, pubblicato postumo nel 2004, portò alla luce un’opera destinata a essere monumentale, un ciclo di cinque romanzi sulle vicende di due famiglie francesi durante la Seconda guerra mondiale. Tuttavia, l’arresto e la successiva morte di Irène ad Auschwitz lasciarono il progetto incompiuto, con solo i primi due volumi completati e i manoscritti mancanti andati perduti. Questo romanzo offre un’intensa e umana rappresentazione della vita durante l’occupazione nazista in Francia e ha una grande importanza sia per i temi trattati che per la sua storia editoriale, resa ancor più affascinante dal mistero dei capitoli mancanti.
Irène Némirovsky rimane una figura emblematica nella storia della letteratura francese e mondiale. La sua tragica scomparsa ha privato il mondo di una voce narrativa straordinaria, ma le sue opere continuano a parlare al cuore e alla mente dei lettori, ricordandoci l’importanza della memoria, della speranza e della lotta contro l’oppressione. Nonostante anni di oblio, oggi Irène Némirovsky è riconosciuta come una potente testimone delle tragedie del XX secolo, con una storia e un’opera che ci ammoniscono sui pericoli dell’intolleranza e dell’odio.
Giorgia Chiaro