L’acqua è una risorsa interconnessa e vitale. Il 71% della superficie terrestre è acqua ma il 97,5% è salata, e solo l’1% è dolce e utilizzabile per le attività umane, le fonti sono i ghiacciai, i laghi, i fiumi, le falde acquifere. L’acqua è coinvolta in tutte le funzioni del corpo umano, come quelle termostatiche, consente le trasformazioni metaboliche, è implicata in tutte le reazioni del chimismo cellulare.Rappresenta il 60% del peso corporeo nei maschi adulti, dal 50 al 55% nelle femmine e il 75% nei neonati.
A causa del cambiamento climatico secondo la NASA ogni anno si perdono quasi 450 miliardi di ton di ghiaccio, importanti serbatoi di acqua dolce. La scarsità di acqua colpisce più del 40% della popolazione mondiale e il 20% delle falde acquifere sotterranee sono eccessivamente sfruttate. Il 99% di acqua dolce scorre sottoterra, nelle falde acquifere che rappresentano la risorsa sicura per la popolazione mondiale, ma 3,2 miliardi di persone è colpita dalla scarsità d’acqua e per 1,2 miliardi la scarsità è estrema. Un abitante del pianeta su cinque, 1,2 miliardi, non ha acqua potabile a sufficienza, 5 mila bambini al giorno muoiono per uso di acqua non potabile. Il rapporto dell’UNESCO Making the invisible visible evidenzia l’importanza vitale delle acque sotterranee che sono spesso mal gestite, inquinate e sovrasfruttate. La perdita media della rete in Italia secondo Istat è del 48%, il 60% delle infrastrutture di rete ha più di 30 anni e il 25% di queste risale a più di 50 anni fa, mentre si riutilizzano meno del 2% le acque reflue trattate. Sono 157 litri/abitante/giorno il consumo di acqua in Italia, però quasi 2,5 milioni di abitanti lamentano irregolarità nella fornitura dell’acqua, il 70% al Sud. Secondo i report di Legambiente, che celebra il 22 marzo la Giornata mondiale dell’acqua, lo stress idrico in Italia è medio-alto, è utilizzato il 30-35% delle risorse, preleviamo 9 miliardi di metri cubi all’anno di acqua potabile, ben il 40% per agricoltura e allevamento, il 18% della risorsa idrica è nell’industria, il 28% per produrre energia, solo il 20% per uso domestico,
Nel 2011 dopo la bellissima vittoria del referendum votato da 27 milioni di cittadini contro la privatizzazione dei beni comuni il comune di Napoli decise di creare l’azienda speciale di diritto pubblico Abc, attuando così il dettato referendario, perché l’acqua non è una merce qualsiasi, è una risorsa, bene comune, fragile ed esauribile, non un bene pubblico gestibile dallo Stato, appartiene ai cittadini e la sua disponibilità è un loro diritto. L’esempio di Napoli rimase però un fatto isolato perché in gran parte la distribuzione è ancora affidata alla gestione privata. L’inquinamento, lo sfruttamento eccessivo, le alterazioni fisiche degli habitat acquatici e i cambiamenti climatici impattano sui bacini idrici. Le risorse sono limitate, ma i consumi sono sempre più rilevanti. Ed è in corso da parte di imprese multinazionali l’accaparramento all’acqua, con l’intento di controllare e privatizzare le risorse idriche per le loro attività produttive in campo alimentare, nella perversa logica del mercato.
In Italia il consumo medio giornaliero individuale di acqua è di 160-170 litri. Nel mondo il consumo nel 2025 è previsto in 6 miliardi di mc. Nel mercato delle acque minerali l’Europa ha il primato mondiale dei consumi: appena il 6% della popolazione mondiale consuma un terzo dei 120 miliardi di litri che è il consumo mondiale; l’Italia produce e consuma 11 miliardi di litri (9,2 % su una popolazione pari al 9% di quella mondiale), nonostante tanta acqua sorgente e di falda con ottime qualità organolettiche. L’acqua del rubinetto in Italia è di altissima qualità.
Il consumo di acqua minerale è stimolato dalle massicce campagne pubblicitarie che inducono a credere che l’acqua in bottiglia siamigliore di quella del rubinetto, mentre in realtà i controlli effettuati su questa sono molto più frequenti e molto più precisi di quelli effettuati sull’acqua minerale mercificata e stagnante in bottiglia.Sono cinque miliardi le bottiglie di acqua minerale consumate con un utilizzo di 350 kton di PET (polietilentereftalato) con emissioni di gas serra di circa 910 kton, per la loro produzione, oltre alle tonnellateprodotte dal trasporto. Perché Il problema del trasporto di acque in bottiglia, circa 12 miliardi di litri all’anno, è soprattutto sulle ricadute ambientali, 80% viene trasportato su gomma, mediamente un autotreno immette nell’ambiente 1300 kg di CO2 per ogni 1000 km percorsi. Senza contare le emissioni dei motori diesel. Il guadagno delle multinazionali dell’acqua minerale è di 35 miliardi di dollari.Incredibile è lo sfruttamento a basso prezzo delle risorse idriche, il volume degli affari delle aziende che imbottigliano le acque minerali in Italia ha raggiunto i 2,5 miliardi di euro mentre il costo delle concessioni si limita a poche decine di milioni di euro, per la concessione di un metro cubo d’acqua imbottigliata norme restrittive come quelle della Valle d’Aosta prevedono 1,5 euro. Un regalo.
Nell’acqua distribuita per il consumo umano sono state riscontrate talvolta contaminazioni da sostanze organiche e inorganiche che derivano da processi industriali, agricoli e altre attività svolte sui territori attraversati. L’Organizzazione Mondiale della sanità, l’Istituto per la ricerca sul cancro e le direttive dell’Unione Europea recepite nelle legislazioni nazionali, stabiliscono il limite della presenza nelle acque di metalli pesanti, di pesticidi, di virus e batteri e di tutti composti dannosi per la salute umana come i PFAS. In agricoltura in Italia si utilizzano circa 120.000 ton di fitosanitari, contenenti 400 sostanze diverse, fra cui i glifosati. Ma più grave è la contaminazione delle acque sotterranee. La bonifica delle falde è estremamente difficile e prolungata nel tempo (vedi Rapporto Ispra 2022). Un problema più recente è la presenza sia nelle acque in rete che in quelle in bottiglia di micro e nanoplastiche, che sembrano agire nei processi metabolici come interferenti endocrini. Studi recenti sembrano confermare che la concentrazione di micro e nanoplastiche nelle acque di rete è nettamente inferiore a quanto contenuto nelle acque imbottigliate. Inoltre le bottiglie di platica se esposte al sole rilasciano composti organici volatili. Sembra che ai livelli presenti non vi sia allarme per la salute, sono però da valutare gli effetti a lungo termine per accumulo nell’organismo.
L’acqua è l’oro blu, ma la sua fruizione deve essere garantita a tutti perché è un diritto. L’ONU celebra il 22 marzo, dal 1992, la Giornata Mondiale dell’acqua proprio per ricordare che questa preziosa risorsa non è infinita e quindi deve essere salvaguardata. Quest’anno il tema è Water for peace, perché la carenza di acqua è spesso causa di conflitti e le guerre possono danneggiare la rete di distribuzione dell’acqua.
Nelle aree costiere in cui le condizioni ambientali e la carenza di risorse idriche risultano estremamente problematiche per le popolazioni è diffuso il ricorso alla dissalazione dell’acqua marina. Dal punto di vista tecnologico due sono i sistemi utilizzati per grandi volumi: dissalazione per evaporazione e per osmosi inversa, tecnologia, quest’ultima, più raffinata e meno energivora. Si ottiene così acqua di buona purezza e potabile e ma anche un residuo chiamato salamoia (per ogni 15 l di acqua residuano 500 gr di sale), che deve essere smaltito in mari profondi per non interferire sulla normale salinità delle acque costiere. Dalla salamoia al posto dello smaltimento è possibile il recupero di alcuni elementi chimici utili. Teniamo conto che l’alternativa è il trasporto dell’acqua dolce con navi cisterna, con costi in media di 14 €/mc. Il costo della dissalazione è di 2-3 € /mc, ma attualmente si può scendere a 0,5 €/mc con l’osmosi se si utilizza l’energia solare, per cui dissalatori sono tanto più economici quando sono localizzati in posti ad elevata irradiazione solare.
In regioni aride e in mancanza di acqua sotterranea è possibile raccogliere acqua dall’umidità atmosferica. Sono state sviluppate diverse strumentazioni tecnologicamente semplici ma funzionali, utilizzando materiali speciali come idrogel, strutture metallo-organiche o zeoliti che estraggono l’umidità dell’aria rilasciata poi per riscaldamento. Un litro di rivestimento assorbente è in grado di catturare 2,8 litri di acqua potabile in 12 ore anche con aria con il 30% di umidità, come l’unità Solar2Water basata sul fotovoltaico, conaccumulatore, funzionante 24 ore su 24.
Lino Santoro