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Dall’archivio di Konrad: RACCOLTA DIFFERENZIATA

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La situazione a Trieste e nel Friuli Venezia Giulia

I recenti dati sulla raccolta differenziata (RD) che ci sono stati forniti da ACEGAS-APS (dati relativi a Trieste nel 2007), da ARPA del FVG (per le province del FVG nel 2006), nonché l’esame del rapporto rifiuti 2006 dell’APAT, ci permettono di fare alcune considerazioni sullo smaltimento dei RSU (rifiuti solidi urbani) nel Friuli Venezia Glulia.

A Trieste # 18,2% di RD| differenziata registrato l’anno appena trascorso dimostra chiaramente il gravissimo ritardo rispetto a quelll che sono gli obiettivi previst dal legistatore 35% da ragglungere nel 2003 in base al Decreto Ronchi del 1997. 45% alla fine del 2008 e 65% alla fine del 2012 secondo il D.Lgs.152/2006.

Gravissimo ritardo non solo rispetto alle altre province della regione (dati 2006 : Udine 33,6 %, Pordenone 47,3%, Gorizia 45,5 %) ma anche rispetto all’italia settentrionale nel 2005 (38,1 %, valore medio).

Ma perché a Trieste non decolla la raccolta differenziata?

Non vi è alcun dubbio che la causa principale sia la presenza di un Inceneritore in grado di smaltire tutto” rifiuto urbano indifferenziato prodotto nella provincia di Trieste, per cui non vi è alcuno stimolo a incrementare la RD, considerato anche che il business per la multiservizi ACEGAS-APS è energía elettrica a prezzi agevolati.

La responsabilità maggiore di questa situazione la oortano oerò gli amministratori del Comune e della Provincia di Trieste. I primi Cohe seceltanieollamurteee situazione ereditata dalle precedenti amministrazioni e si curano soltanto di adeguare la TARSU (tassa rifiuti) a quelle che sono le richieste ACEGAS-APS, derivanti dagli elevati costi di gestione e ammortamento di un impianto cosi complesso come un termovalorizzatore (cioè un inceneritore con recupero di parte dell’energia prodotta). A tale proposito non si può non rilevare che la TARSU a Trieste sia tra le più elevate in Italia e con ciò si smentisce in modo clamoroso “la leggenda metropolitana” che lo smaitimento dei rifiuti tramite termovalorizzazione sia una processo economicamente vantaggioso per i cittadini.

Gravi anche le responsabilità degli amministratori provinciali perché, dopo aver provveduto alld stosura di un piano provinciale per lo smaltimento del RSU del tutto inadeguato, non sene In gado d okanere dal cemune di Trieste il raggiungimento del modesti oblettivi previsti (24,4% di RD).

Per quanto riguarda i comuni minori della provincia di Trieste vanno invece segnalate alcune iniziative virtuose come la raccolta differenziata porta a porta in atto nel comune di S.Dorligo della Valle.

Per le altre province della regione va citata la situazione di Gorizia che ha rifiutato nel 2004 la realizzazione di un nuovo inceneritore ed ha puntato tutto sulla raccolta differenziata avvicinandosi nel 2007 all’obiettivo del 50 %, prefissato. La restante parte del rifiuto Indifferenziato viene inviata all’inceneritore di Trieste e una osrtel minore va in discarica.

Buona anche la prestazione di Pordenone che ha raggiunto il 47% di RD e invia il resto del rifiuto, dopo selezione, In discarica e in parte all’inceneritore di Trieste.

Nella provincia di Udine Jat e miehle tahnte (33,6 %) e quindi grossi quantitativi di rifiuti devono venir accolti nelle discariche. che però sono vicine al punto di saturazione. Tra l’altro gli impianti di selezione del rifiuto inditferenziato al fin di separare materiali riciciabili e compost, nonché di produrre CDR (combustibile derivato dai rifiuti), hanno rese vergognosamente basse.

A questo punto balzano agli occhi le responsabilità dell’amministrazione regionale che dispone di un piano rifiuti obsoleto, che non ha valorizzato adeguatamente la raccolta differenziata, strumento semplice ed economico per smaltire/ valorizzare Innud, e punita invece di termovalorizzatori, impianti costosi, inquinanti, dissipatori di gran parte dell’energia insita nel rifiuto.

Fabio Gemiti
Sezione WWF di Trieste

tratto dal numero di Konrad n. 133 di febbraio 2008

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