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L’editoriale di Marzo

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La spesa, secondo noi

di Simonetta Lorigliola

Per nostra natura sospettiamo delle standing ovation. Non ci piacciono i cori a una voce, e gli entusiasmi senza confini. La nostra natura ci porta a scorgere sempre oltre. Abbiamo il vizio dell’informazione critica.

L’assordante baillamme creato intorno all’apertura di un modaiolo supermercato sulle Rive a Trieste, ci ha fornito lo stimolo a fare il punto su come piace fare la spesa a noi.

Alcune semplici regole che ci aiutano a mangiar meglio e vivere felici (tutti).

Tracciabilità e Trasparenza

Vale per ogni cibo e materia prima. Chi è il produttore. Dove sta. Dove si coltiva o trasforma il prodotto. Dove viene confezionato e da chi. Quali ingredienti contiene. È un’informazione a cui si ha diritto. Sempre.

Biodiversità e stagionalità

La terra ci regala cose buone in ogni momento dell’anno. I prodotti di stagione danno triplo vantaggio. Si gustano sapori pieni, maturi, ritrovati. Si impara, anche coi bambini, che ogni prodotto è frutto di cicli vitali, che le stagioni segnano il ritmo del tempo. Se siamo di fronte a produttori e venditori onesti, si risparmia.

Esistono tante varietà di pere, patate, formaggi, pane, olio… Cerchiamo le varietà locali e chiediamo. Scopriremo nuove storie del territorio e persino che ogni varietà ha un suo originale sapore.

Biologico (nei fatti e non solo sull’etichetta)

Produrre senza danneggiare l’ambiente e la salute di chi consuma, questo cerca di fare chi coltiva senza utilizzo di pesticidi, diserbanti, sostanze chimiche. Nelle nostre scelte, preferiamo prodotti che provengano da coltivazioni che rispettino la terra. Farà bene a tutti.

Filiera corta e Relazione sociale

Cerchiamo, ove possibile, di acquistare direttamente dal produttore. Una gita in montagna vale un buon formaggio, ogni tanto. Una in campagna ci darà verdura e frutta di territorio.

Cerchiamo i mercati autogestiti dai i produttori (vedi Genuino Clandestino, Mercati Fivi.). Fare la spesa sarà incontro, conoscenza reciproca, arricchimento sociale. Non è utopia. Lo dimostrano movimenti come Genuino Clandestino. Cercate questi mercati!

Sul mercato tradizionale, privilegiate i negozi che acquistano direttamente dai produttori e il cui personale sappia raccontarvi i prodotti.

Piacere sociale

La scelta di un buon cibo non deve essere una penitenza votata al mangiare sano. La bontà è data anche dalla gioia di cucinarlo, di offrirlo e condividerlo. Conoscere la provenienza, la storia, i veri sapori del cibo raddoppia il piacere di gustarlo. Ma quel cibo deve essere pulito e non aver fatto male a nessuno nel suo ciclo produttivo, dalla produzione fino alla vendita.

Marketing

Last but not least. Un conto è la comunicazione, altro è lo sfacciato marketing di cui abbiamo piene le tasche. Una macchina tritatutto in cui ogni buona intenzione, ogni parola d’ordine, ogni valore viene rivestito, lucidato, sparato a caratteri cubitali e venduto. Cioè polverizzato.

I valori si praticano, non si vendono.

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