di Simonetta Lorigliola
Da vigne centenarie e idee in divenire nasce un vino verticale. Quello di Uroš Klabjan
A due passi da Trieste, lasciati i non luoghi della zona industriale muggesana e dell’ennesimo centro commerciale, si svolta verso il confine sloveno, e un piccolo paradiso. Osp è un borgo a ri-vocazione rurale, noto per le palestre naturali d’arrampicata, le sue verticali pareti. E le sue sono proprio vigne di parete. Vina izpod stene – ha voluto chiamare i suoi vini, Uroš Klabjan.
Qui la calcarea terra carsica si incontra con quella marnosa che è già, geologicamente, Istria.
A chi arriva in cantina per i vini, il vignaiolo (sicut est!) ribalta le aspettative e propone immediatamente di camminare le vigne, lì accanto. Non è una posa. La filosofia di Klabjan si fonda su un profondo rispetto per la terra e il contesto agricolo. Libera vitalità ed equilibrio delle piante, potature non frettolose, zero ricorso a prodotti chimici di sintesi o altre agro-diavolerie. Vendemmie con uva maturata al giusto punto. Vinificazioni pulite, macerazioni sensate, lieviti autoctoni, e vade retro controllo della temperatura. Il suo Refosco, per esempio, riposa sotto il portico, nelle botti, accompagnando l’affinamento all’evolversi delle stagioni.
Niente artificio, solo passione sconfinata, studi in agraria a Lubljana (“più per capire cosa non fare”) e un’energia vitale, sana e contagiosa. Tutto questo penetra in ogni bottiglia di Klabjan.
La sua Malvasia prende due strade. Le vigne più vecchie, alcune centenarie, danno luogo all’etichetta nera. Sorprendente l’assaggio 2012 per grande stoffa e aromaticità. Un assaggio/ascesa, in verticale salita: colore giallo oro e ambra, naso pulito con sentori di macchia mediterranea, artemisia, finocchietto, poi dattero; in bocca, si fa elegante, lungamente; ha acidità geometricamente perfetta, apre con il caramello salato, racconta, racconta (sale, sale…) e chiude in vetta, con zeste di cedro e arancio amaro.
Spiccati gli aspetti varietali di un’autentica Malvasia istriana, che ritroviamo intatti anche nell’etichetta bianca, realizzata dalle vigne più giovani, dove la minor struttura lascia il posto a una bella complessità.
Sospesa tra Carso e Istria, la Malvasia 2012 di Klabjan, regala quegli scossoni emotivi che possono originare solo i territori – geografici o psichici – in cui vengano cancellati gli ordinari confini. Na zdravje!
Klabjan – Osp 80a – Koper – Slovenia