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Amazônia, nel cuore della foresta pluviale con Sebastião Salgado
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Amazônia, nel cuore della foresta pluviale con Sebastião Salgado

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La mostra fotografica Amazônia di Sebastião Salgado è ospitata al Salone degli Incanti a Trieste e sarà visitabile fino al 13 ottobre 2024. L’esposizione del celebre fotografo è promossa dal Comune di Trieste – Assessorato alle politiche della cultura e del turismo, con il supporto di PromoTurismoFVG e del Trieste Convention and Visitors Bureau, ed è organizzata da Civita Mostre e Musei e Contrasto. La curatela è affidata a Lélia Wanick Salgado. Zurich è il partner globale dell’intero tour internazionale della mostra, mentre illycaffè è il partner per Trieste.

Amazônia regala un’esperienza unica, trasportando i visitatori all’interno della foresta pluviale amazzonica. Attraverso potenti immagini in bianco e nero, effetti sonori e giochi di luce, i visitatori vengono catapultati in un viaggio indimenticabile all’interno di questo ecosistema. Le foto di Salgado permettono di esplorare paesaggi mozzafiato, entrare in contatto con popoli indigeni e scoprire le sfide che la foresta pluviale deve affrontare. Nonostante la scelta cromatica, le foto sono vive, potenti ed evocative della potenza della natura e della foresta, aumentando il desiderio di visitare questi luoghi tra scenografiche cascate, fiumi, paesaggi, nuvole e cieli densi. 

L’espozione si snoda attraverso diverse aree tematiche, ognuna dedicata a un aspetto peculiare di questa straordinaria regione. Si parla delle montagne, delle piogge torrenziali, dei fiumi volanti, aspetti non sempre conosciuti del polmone verde del mondo. La sezione dedicata all’Amazzonia permette di immergersi nella vastità della foresta pluviale, scoprendo la sua storia, la sua biodiversità unica e le minacce che la mettono a repentaglio. Le viste aeree presentano l’Amazzonia dall’alto, permettendo di ammirare la sinuosità dei fiumi, l’immensità delle foreste e la grandiosità del panorama. Il fenomeno dei “fiumi volanti” viene descritto come una caratteristica straordinaria della foresta amazzonica, con il trasporto di enormi quantità di umidità attraverso l’atmosfera.

Durante le mie visite alle comunità indigene, portavo sempre con me un capiente sacco con dentro un panno spesso o un telo – di circa 6 x 9 metri – che potesse fare da sfondo durante le sessioni di ritratto. Insieme ai miei assistenti, improntavamo uno ‘studio fotografico’ sotto gli alberi. Disponevamo a terra un’incerata di 7 x 10 metri così da proteggere il telo dall’umidità del terreno e, al primo cenno di temporale, arrotolavamo il telo in tutta fretta e lo nascondevamo sotto l’incerata.

In questi ritratti, isolando i soggetti nativi dall’esuberanza della foresta pluviale, riuscivo ad esaltarne la bellezza e l’eleganza uniche. A volte essi si vestivano appositamente per l’occasione, anche se vestire significava pitturarsi il corpo, indossare copricapi di piume, portare con sé una scimmia o un’arma. Spesso, gran parte della vita di un gruppo indigeno si sviluppa intorno ai luoghi in cui si tengono le battute di pesca o di caccia, lontano dal villaggio di appartenenza.

Allestivo il mio studio proprio al momento del loro ritorno a casa, quando si rilassavano, e attendevo di vedere chi di loro desiderasse farsi fotografare in questo modo speciale. 

(Sebastião Salgado)

Nel centro del salone, diviso in tre ottagoni di colore terra bruciata, cromaticamente opposti al bianco e nero che circonda il resto dell’esposizione, si trova la sezione dedicata ai popoli indigeni dell’Amazzonia. Salgado dedica particolare attenzione a otto gruppi distinti: Zo’é, Xingu, Marubo, Yawanawá, Yanomami, Asháninka, Korubo e Macuxi. Ogni tribù, con la sua identità culturale unica, rappresenta un patrimonio inestimabile di conoscenze e tradizioni, spesso minacciate da pressioni esterne come la deforestazione e l’estrazione mineraria. Attraverso i ritratti vivi di queste persone raccontate nei loro abiti tradizionali in mezzo alla foresta che abitano non si può non rendersi conto che la foresta amazzonica ospita una moltitudine di popoli indigeni con culture, lingue e modi di vivere unici. Tra questi, ammiriamo gli Zo’é sono noti per il loro uso del “m’berpót”, i Xingu per i loro complessi rituali, i Marubo per la coltivazione di manioca, banane e mais, gli Yawanawá per le cerimonie spirituali e l’uso di piante medicinali, gli Yanomami per la loro vita semi-nomade e le conoscenze botaniche, gli Asháninka per la forte identità comunitaria e la conoscenza delle piante medicinali, i Korubo per il loro isolamento volontario e la conservazione di antiche tradizioni, e i Macuxi per le loro tecniche agricole e la pesca sostenibile.
Ogni gruppo rappresenta un tassello prezioso del ricco mosaico culturale amazzonico. La mostra celebra la loro bellezza e resilienza, sottolineando l’urgente necessità di proteggere e sostenere queste comunità indigene, custodi di una saggezza ancestrale.

Amazônia offre un’esperienza immersiva a 360 gradi. Gli effetti sonori riproducono i suoni della foresta pluviale, mentre i giochi di luce evocano l’atmosfera suggestiva dell’Amazzonia. I video riassumono il progetto dei ritratti delle popolazioni indigene, offrendo uno sguardo intenso e coinvolgente sull’ecosistema amazzonico e sulle sfide che deve affrontare, mentre celebra la straordinaria diversità biologica e culturale di questa regione unica al mondo. Attraverso le straordinarie immagini di Salgado, gli spettatori sono invitati a riflettere sulla bellezza e sulla fragilità di questa terra e sulle azioni necessarie per proteggerla per le generazioni future.

Giorgia Chiaro

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