di Simonetta Lorigliola
Claudio Solito, vignaiolo critico nei colli astigiani, da molti anni testardamente produce vini rispettosi della terra e di chi la lavora. Vini leali e interrogativi per chi li degusta. Le domande che suggeriscono non riguardano la loro tracciabilità e trasparenza: Claudio lavora rispettosamente le sue vigne senza utilizzo di prodotti di sintesi, vinifica in modo mai invasivo, vende il vino nella sua cantina. I suoi vini sono sempre corretti e non lasciano dubbio alcuno sulla loro autentica piacevolezza.
Le domande che ci regalano sono sui luoghi, sulle storie, sul futuro.

I suoi vini narrano delle medesime cose che racconta lui stesso, in tono e modo antiretorico. Personaggi e vicende che hanno rappresentato rabbia, sommossa, sollevazione, rifiuto di un mondo ingiusto e forzatamente pacificato.
Così Augusto Brut rosè. Un metodo classico rosato (uve pinot nero) elegante, aereo e soignèe. Ricorda Augusto Manzo, campione di pallapugno, o “pallone elastico” sport storico e popolare nell’astigiano, controcanto really pop al delirio commerciale calcistico.
E con Santa Libera dei Ribelli omaggia la rivolta partigiana di Santa Libera, senza un filo di retorica ma con lo sguardo rivolto in avanti. Abbiamo assaggiato il 2007.
È un vino che al primo incontro tende la mano in modo convinto e regala spaziosi profumi di marasca accesa, portando poi in bocca la stessa, accompagnata da fine cannella. In chiusura il Santa Libera alza il pugno e sorride: compare una punta decisa ma non invadente di chiodo di garofano. Un vino lineare e senza radici. Un vino che cammina e ti invita a seguirlo. Non esiterai ad arrivare alla fine della bottiglia, e non ti basterà per indovinare la pluralità di uve che lo compongono. Una base importante e riconoscibile (40%) di pinot nero. Hasta siempre comandante. Ma nella Divisione anima e corpo al vino li danno gli altri compagni: cabernet sauvignon, merlot, barbera, sangiovese e, naturalmente, nebbiolo.
Non possiamo tacere sull’ottusa legislazione che non consente, al di fuori del binario istituzionale delle Denominazioni, di indicare annata, uve e vigneti di provenienza in etichetta. Un vero abominio che impedisce a Claudio Solito (che nella Doc non si fa imprigionare) di raccontare i suoi vini come meriterebbero.
Il suggerimento imperioso è di andare a compiere l’assaggio del Santa Libera (e di tutti i vini de La Viranda) presso l’agriturismo (e specialissima trattoria) dell’azienda.
D’estate, sotto la indimenticabile pergola, Claudio, con gli amici, stappa bottiglie e storie. Degustazioni immaginative, uniche e indimenticabili.
La Viranda
Regione Corte, 69
San Marzano Oliveto (Asti)
Tel. 0141 856571
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