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Diritti umani Società e Diritti

Turismo e solidarietà 

Nuove tendenze tra ospiti e ospitanti. Un esempio nello Zanskar 

di Diego Masiello

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Crisi economica, guerre in corso e l’incubo del terrorismo non fermeranno turisti e viaggiatori italiani che a fine d’anno si sposteranno nel mondo per qualche spicchio di vacanza. Cancellate dalle mete da raggiungere ampie regioni asiatiche e africane, non è azzardato prevedere l’aumento delle destinazioni europee e americane, con punte di alto gradimento per l’America latina. E’ comunque un turismo in continua evoluzione, monitorato e gestito da grosse company globali, che ricercano sempre nuove attrazioni (non solo materiali) e che si adeguano alle richieste sempre più variegate delle società ricche. Senza tanto clamore i sociologi affermano che il turismo di oggi sta cambiando, è più etico; ricerca l’impregnazione con la comunità locale, la scoperta, l’avventura e l’autenticità. Certo, non sempre ciò accade, ma pare essere ripartito  un nuovo Gran Tour riveduto e corretto. Secoli fa erano i giovani rampolli della nobiltà e della borghesia  europea che giravano per qualche anno nel continente, accompagnati da sapienti tutori, per conoscere le culture altrui. Oggi sono i viaggiatori più responsabili, con tutor gli infiniti siti internet di tour operator specializzati, che vogliono conoscere il diverso in aree e situazioni difficili e soprattutto  vogliono essere consapevoli di ciò che accade.

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E dalla consapevolezza, i più sensibili, si attivano alla partecipazione, si impegnano per migliorare le comunità che hanno visitato, si aprono a reti e a legami di solidarietà inaspettati. Un esempio per tutti ci arriva dallo Zanskar, regione posta  al confine tra India, Pakistan e Cina,   decantata come terra di pace e di benessere, circondata da montagne alte oltre i 7.000 m e accessibile in automobile solo nel periodo estivo attraverso il passo Pensi La situato a 4400 m. Alcuni triestini sono attivi in questa remota valle indiana, dove la popolazione è prevalentemente di cultura tibetana, collaborando con la “AaZ- Aiuto allo Zanskar”, una  onlus associazione internazionale  creata nel 1988. Il motto dell’associazione è  “Aiutarli a costruire  il loro avvenire ” e finanzia la sponsorizzazione della Lamdon Model High School di Ufti Pibiting, nei pressi di Padum,  che permette ogni anno a più di 300 bambini, sia maschi che femmine, di avere accesso nella loro lingua madre ad un’istruzione di qualità che le scuole governative ancora non possono offrire. I più meritevoli hanno ricevuto sostegno economico per proseguire poi gli studi nei college indiani. Così ragazzi e ragazze vengono aiutati a comprendere il passaggio dall’ economia di baratto alla globalizzazione che ormai sta toccando anche le più remote valli himalayane. Questa estate ho visitato personalmente la scuola durante i festeggiamenti del festival annuale Naro Nasial del monastero buddista di  Sani e ho avuto la conferma che il progetto funziona. Tra qualche anno saranno questi giovani a sviluppare la loro terra, a migliorare la raccolta e lo sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, a gestire il turismo che aumenta, a difendere la propria identità e soprattutto a gestire il sole, la grande energia disponibile gratuitamente nella valle. Pannelli solari e fotovoltaici stanno aumentando giorno dopo giorno, anche se l’energia elettrica, nei paesi che dispongono di una linea, è ancora contingentata.  Ma torniamo in Occidente: nel periodo natalizio aumentano a dismisura anche le richieste di appoggio a progetti benefici e solidali disseminati un po’ dappertutto nei vari continenti. Informiamoci meglio su come  nostre eventuali donazioni saranno veramente utilizzate.

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