-di Annalisa Metus –
Queste considerazioni prendono spunto dall’8 marzo, ma andrebbero benissimo anche per i buoni propositi del primo gennaio.

Vado subito al dunque: alle bambine vengono rivolte alcune sonore stupidaggini che mai ci sogneremmo di dire ai loro coetanei maschi.
Sono tutte frasi fatte, pronunciate in buona fede e piuttosto comuni, che però nell’insieme agevolano una situazione di disparità e vocazione al martirio sentimentale.
Al primo posto per ambiguità “Sarà il giorno più bello della tua vita!” con riferimento al matrimonio, ovviamente.
A parte il fatto che non si capisce perché la stessa banalità non venga detta anche all’uomo, come augurio non mi sembra un granché.
Se poteste scegliere il giorno della vostra vita in cui avete sentito di aver svoltato, perché non scegliere la laurea, la nascita di un figlio o il primo lavoro pagato?
Frase da vuoto pneumatico di contenuti quando usata in contesti che richiederebbero qualcosina di più e facile riempitivo per togliersi dall’imbarazzo quando non è possibile esprimere un parere con sincerità: “Eri tanto bella!”.
Oltre alla bellezza in una bambina si possono ammirare la tenacia, il coraggio, la precisione, l’impegno, la soddisfazione.
E oltre ad essere ammirata una bambina può essere spronata, incoraggiata, compresa, accompagnata, ecc.
Non c’è niente di male ad essere bellissime o a volerlo essere, ma che almeno lo sguardo che riserviamo a noi stessi ci valuti nella nostra complessità e unicità.
Messaggio pericolosissimo: “Fa così perché gli piaci…”.
È maleducato, ti tira i capelli, ti sfotte davanti agli amici, ridicolizza ogni tuo difetto perché… in fondo gli piaci.
Non voglio neanche entrare nel merito dei reali sentimenti del maschietto, bambino o ragazzo che sia, quello che conta è quanto una frase del genere ripetuta giorno dopo giorno può portare a riconsiderare quello su cui è saggio soprassedere e quello che non è giusto accettare.
Allocuzione che merita una pernacchia “Non ti prenderà [sic.] nessuno”.
In effetti non serve nemmeno argomentare.