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Ambiente Mete e viaggi

Overturism e nuove opportunità di sviluppo

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L’estate risveglia la voglia di viaggiare, di scoprire luoghi nuovi o di immergersi nel silenzio, nella natura, per rigenerare corpo e anima. Desiderio legittimo che viene a confliggere con il problema del sovraffollamento che sempre più spesso si sta registrando nelle località più gettonate. Il problema ha tre aspetti con bisogni diversi ma interconnessi.

  • Il punto di vista del territorio e dell’ambiente che subisce i maggiori danni e spesso non ha voce. Il bisogno fondamentale è di rispetto, cura, attenzione e consapevolezza.
  • Quello dei residenti, lavoratori e studenti nella località che subisce l’assalto. Da un lato alcuni beneficiano di maggiori introiti derivanti dalle attività svolte ma dall’altro aumentano i problemi in termini infrastrutture, di smaltimento rifiuti, di accesso ai diversi servizi, di aumento del costo della vita che costringono i meno abbienti a spingersi verso le periferie aumentando le difficoltà quotidiane di sostenibilità.
  • E infine il turista  che ritengo abbia due esigenze principali date dalle motivazioni che sono alla base del proprio viaggio:  soddisfare bisogni di riposo e rigenerazione e/o esplorare posti nuovi e luoghi di interesse culturale conciliando le risorse disponibili in termini di giorni e periodi di ferie con il denaro a disposizione. 

Come conciliare le esigenze del territorio, da un punto di vista di tutela ambientale con le esigenze dei residenti di vivibilità e guadagno e con le esigenze dei turisti di scoprire, conoscere e rigenerarsi? Questa è la sfida e sebbene il problema sia comune non è detto che la soluzione lo sia, perché ogni territorio ha le sue particolarità e caratteristiche. C’è un motto che ritengo faccia al caso, coniato da Renè Dubòs, che fu filoso, biologo, ambientalista e umanista: “pensa globalmente, agisci localmente”. 

Quindi gli attori da considerare in questa situazione sono tre:

  • territorio
  • residenti
  • turisti e vacanzieri

Se le parti in causa sono tre, le strategie dovranno portare attenzione a i bisogni di ogni parte. Come? 

  • Migliorando la qualità delle infrastrutture e dei servizi favorendo anche la transizione verso forme più green. Può risultare oltre che necessario anche vantaggioso sia per i cittadini, i turisti e l’ambiente. 
  • Promuovendo la dispersione dei visitatori sia in termini temporali che geografici, garantendo la possibilità di godere di attrazioni e attività durante un arco temporale più lungo e anche in zone meno consciute ma ben collegate ad aree di maggiore interesse. 
  • Promuovendo  un turismo più green e sostenibile anche attraverso un implementazione della rete di piste ciclabili e di collegamenti con mezzi pubblici e offrendo attività e svaghi in sintonia con tale filosia e approccio. 
  • Destinare risorse economiche alla conservazione e tutela dell’ambiente.
  • Migliorare la comunicazione e il coinvolgimento di residenti e turisti per favorire una maggiore consapevolezza  e rispetto della città e della natura. 
  • Favorire una cultura dell’ospitalità rivolta sia ai turisti che agli albergatori, ristoratori e alle altre parti coinvolte; che favorisca la consapevolezza di essere ospiti in una casa che non è la propria ma che si desidera conoscere, vedere, gustare e respirare. Questo vale anche per chi ospita. 

Si è capito che prendendoci cura dell’ambiente ci prendiamo cura di noi stessi e che ogni effetto sgradevole, che oggi a livello collettivo stiamo patendo, ha alle spalle una causa non veduta e non affrontata. 

Simonetta Marenzi

In copertina: Stefano Accorsi, CC BY-SA 4.0 https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0, via Wikimedia Commons

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