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Presso le bancarelle di libri usati di Wiesbaden (anche nota come Roulettenburg), passavo spesso a spulciare fra i libri in francese, dove capitava di tanto in tanto di trovare qualcosa in italiano. Sei o sette anni fa, mi capitò un discreto bottino. Cosa rara, per questo lo ricordo. Oltre a Ombre sotto i portici di Loriano Macchiavelli e Scritti di Bazlen, mi portai a casa Un mondo meraviglioso di Vitaliano Trevisan. Lo conoscevo di fama, sono anche io cresciuto a Vicenza, ma leggo poca letteratura contemporanea e, soprattutto, compro molti più libri di quelli che riesco a leggere. Insomma, il primo romanzo di Trevisan è rimasto per un po’ sugli scaffali della libreria poi, insieme al resto della famiglia, è sopravvissuto al trasloco a Trieste, per poi tornare sulla stessa libreria, in un nuovo soggiorno. Poco più di un anno fa Vitaliano Trevisan ha deciso che ne aveva abbastanza e ci ha prematuramente lasciato. A quel punto, forse per una personale tendenza alla necrofilia letteraria o forse per un semplice senso di colpa, ho finalmente letto il suo libro. Beh, più che letto, l’ho divorato, in apnea, bocca secca e tutto il resto. Per rimanere ai luoghi comuni, visto che ormai ci sono caduto, il breve romanzo di Trevisan mi ha folgorato, un po’ come Dostoevskij, a suo tempo. Anche se l’autore vicentino viene spesso associato a Bernhard – l’autore, d’altronde, non ne fa un mistero, visto che i suoi protagonisti ne portano spesso il nome – i suoi Thomas sono, a modo loro, dei contemporanei Raskol’nikov. Affrontano continui corpo a corpo con i propri pensieri, che divagano per tornare ossessivamente al punto di partenza. I suoi romanzi-monologhi (Trevisan è stato anche drammaturgo, attore e regista), su tutti I quindicimila passi, si sviluppano come improvvisazioni su uno standard interiore che persevera nell’orecchio, nella testa, ben oltre la conclusione della lettura.

Nel 2005, con l’intento di omaggiare un altro scrittore vicentino, Goffredo Parise, i compositori Marcello Tonolo e Stefano Bellon concepiscono il progetto musicale Note sui Sillabari. Trevisan accetta con entusiasmo la proposta di collaborare. I suoi testi – liberamente ispirati all’opera e ai diari di Parise – e la sua lettura personale e ritmata si alternano e si fondono perfettamente con l’ispirata interpretazione della Thelonious Monk Big Band, diretta da Tonolo. Musica e parole quindi si sposano trasferendosi in quel talamo che è il palcoscenico. Pare quasi strano che Trevisan sia stato soltanto la terza scelta, dopo che i due attori inizialmente contattati (Umberto Contarello prima e Roberto Citran poi) avevano dovuto rinunciare per altri impegni di lavoro. Grazie alla produzione e al coordinamento dell’associazione culturale veneziana Caligola il melologo “Note sui Sillabari” è andato in scena in cinque suggestivi luoghi, fra i quali spicca la rappresentazione del luglio 2007 presso il giardino della casa sul Piave di Parise, a Salgareda, in provincia di Treviso, in cui l’autore vicentino ha passato gli ultimi anni della sua vita.

Giovedì 16 marzo 2023, alla libreria Lovat, Marcello Tonolo, Claudio Donà (Caligola) e Ilic Fenzi (trombettista della Thelonious Big Band, che nel frattempo si è sciolta) hanno presentato il libro + CD Note sui Sillabari – Omaggio a Goffredo Parise pubblicato presso Inschibboleth Edizioni, Roma. Oltre al testo di Trevisan, nel volume sono inclusi un testo introduttivo di Emanuele Trevi e i commenti dei principali protagonisti del progetto. La registrazione, realizzata peraltro all’Urban Recording Studio di Trieste, è anche disponibile su tutte le piattaforme di streaming musicale e permette di rivivere questo prezioso incontro fra musica e letteratura in una forma che, tristemente, non è più inscenabile.

La buona notizia è che a breve il melologo sarà riproposto con un trio Jazz e l’interpretazione dei testi di Trevisan da parte dell’attrice Patricia Zanco. Speriamo che i teatri della nostra città ci facciano un pensiero (contattare l’associazione culturale Caligola!).

Gennaro Di Napoli

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