Il 2 novembre 1975 ci lasciava Pier Paolo Pasolini, intellettuale straordinario che continua a interrogare il presente con la sua visione critica e anticipatrice.
Tra i luoghi che hanno segnato la sua vita e la sua opera, il Friuli Venezia Giulia occupa un posto speciale, non solo come terra d’origine della madre, Susanna Colussi, ma anche come culla della sua prima produzione poetica.
A Casarsa della Delizia, Pasolini visse negli anni ’40 e fondò l’“Academiuta di lenga furlana”, un circolo culturale dedicato alla lingua friulana, che egli considerava simbolo di purezza e autenticità opposta alla modernità omologante. Qui scrive Poesie a Casarsa, espressione di un legame profondo con il territorio friulano, che ha fatto parte della sua poetica.
Le celebrazioni dell’anniversario hanno visto il Friuli al centro di mostre, spettacoli e conferenze che hanno esplorato il rapporto tra Pasolini e questa terra. Tra gli eventi principali, uno spettacolo tratto dal suo romanzo giovanile Il sogno di una cosa ha riportato in scena le speranze della gioventù friulana del dopoguerra, mentre una mostra a Casa Colussi ha reinterpretato la sua poetica attraverso l’arte visiva.
Il messaggio di Pier Paolo Pasolini, che denunciava l’omologazione culturale e l’appiattimento delle tradizioni, è ancora attuale.
E, a quasi cinquant’anni dalla sua scomparsa, resta una voce viva, capace di dialogare con il presente e di ispirare nuove generazioni.
Giorgia Chiaro