Asterismi e pareidolia ?!? Che paroloni (!) ma in realtà ciò che questi termini esprimono sono cose ben conosciute.
Talvolta i fidanzati distesi sul prato, talvolta i genitori giocando con i figli ammirano le nuvole nel cielo e provano ad accostare la forma delle nuvole a oggetti conosciuti: «Ah, quella assomiglia a un cane … quell’altra a una locomotiva…».

Si tratta di una illusione dettata dal nostro subcosciente che tende a riconoscere forme note anche nella casualità dell’immagine e viene chiamata pareidolia.
Visi su Marte, figure femminili in fondo al Mediterraneo, profili di elefanti o di altri animali rappresentati dalla silhouette delle rocce o delle montagne sono accostamenti reali che l’essere umano ha già fatto nella storia recente e passata.
Da sempre l’essere umano ha immaginato di vedere, nella casualità della distribuzione delle stelle, degli animali, dei personaggi o altri oggetti che facevano parte della loro civiltà, esperienza, cultura, tradizione: queste sono le costellazioni e gli asterismi.
Il nome di zodiaco (quella fascia immaginaria che nel cielo sembra essere percorsa dal sole e dagli altri pianeti) deriva dalla parola greca zodiakòs che significa “animaletto”, in quanto la maggior parte (7 su 12) delle costellazioni che le appartengono sembrano rassomigliare ad animali: Ariete, Toro, Cancro (granchio), Leone, Scorpione, Capricorno (mostro marino), Pesci; poi vi sono tre figure umane (Gemelli, Vergine, Acquario), una “intermedia” che è il Sagittario (il centauro arciere, mezzo uomo e mezzo cavallo) mentre la Bilancia è l’unico oggetto.
Riconoscere nella costellazione del Leone un felino acquattato come la Sfinge è facile, e allo stesso modo lo è lo Scorpione, con le chele protese e la coda che ritorna, ma per altre, all’opposto, ci vuole molta fantasia per vedervi qualcosa che possa avere riferimento con il nome assegnato.
Quando delle forme semplici e ben riconoscibili costituiscono una costellazione o una parte di esse, o anche quando le stelle appartengono a costellazioni diverse, abbiamo degli asterismi (al singolare asterisma o asterismo).
Prendiamo ad esempio il Grande Carro ed il Piccolo Carro; seppure orientati in modo quasi speculare entrambi sono costituiti da un trapezio di stelle con una “coda” di tre stelle posta ad arco.
Qui rientriamo un attimo nella pareidolia, in quanto statunitensi e canadesi chiamano di due carri little dipper e big dipper, ovvero piccolo e grande ramaiolo, mentre in Inghilterra e Irlanda vi vedono un aratro, riconoscibile soprattutto quando si trova a posizione verticale a nordovest della Stella Polare.
L’asterismo del Piccolo Carro, che costituisce comunque in toto la costellazione dell’Orsa Minore, è una costellazione completa (anche se la forma di un’orsa non è proprio palese) mentre il Grande Carro, che costituisce solamente una parte della più grande Orsa Maggiore (più riconoscibile, seppure con un po’ di fantasia) è forse l’asterismo più noto ed evidente nel cielo.

Altri asterismi ben noti sono il “triangolo estivo”, costituito dalle stelle Vega (nella Lira), Altair (nell’Aquila) e Deneb (nel Cigno) e quello “invernale” costituito da Sirio (nel Cane Maggiore), Betelgeuse (in Orione) e Procione (nel Cane Minore) … di cui parleremo prossimamente.
In realtà di asterismi ce ne sono moltissimi nei nostri cieli e lascio al lettore curioso il piacere di scoprirli in modo autonomo citandone solamente altri due particolarmente curiosi: la “teiera” nella costellazione del Sagittario e il gruppo di stelle chiamato Cluster 37 (un ammasso aperto noto con la sigla NGC 2169) proprio perché sembra che tracci quel numero nella zona che rappresenta braccio destro di Orione.

Muzio Bobbio