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Dall'archivio di Konrad: DOCILITÀ E SOCIALITÀ
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Dall’archivio di Konrad: DOCILITÀ E SOCIALITÀ

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L’insieme delle qualità naturali, o doti, che un cane eredita attraverso i geni (DNA) dai suoi genitori costituisce i carattere del soggetto. A differenza del comportamento, esso non cambierà per tutto i corso della vita. L’esperienze di vita dell’animale e gli istinti naturali influiranno sul suo modo di agire: il cane apprenderà attraverso le memorie e reagirà agli stimoli esibendo schemi motori di comportamento diversificati.

Quali sono le doti del carattere che vanno a costituire i profilo individuale di un cane? Come si stabilisce il valore da attribuire ad ogni singola dote? E fondamentale riuscire ad individuare la mappa della personalità dell animale: con dei semplici test non invasivi si ottengono molte risposte sugli eccessi o difetti delle doti del carattere e sul modo di comportarsi, a volte errato, dell’amico a quattro zampe. Le qualità naturali del carattere sono: docilità e socialità, temperamento (in relazione con la soglia di stimolo) e tempra, vigilanza (in relazione con il tempo di attenzione) e aggressività, possessività e combattività, curiosità.

Le prime due qualità naturali del soggetto che prendiamo in esame sono quelle che più riguardano la stretta convivenza tra uomo e cane, la docilità e la socialità: spesso i loro valori, determinati appunto da dei test caratteriali, sono similari: a un buon valore della docilità corrisponde di frequente un sufficiente livello di socialità.

La prima delle due riguarda unicamente il rapporto tra i cane e i suo proprietario; in altre parole un cane non può essere più o meno docile nei confronti dell’estraneo o persone conosciute. La docilità si definisce come la naturale predisposizione dell’animale a relazionarsi in modo attivo con il suo proprietario, senza che questi debba ricorrere a coercizione fisica e psicologica per far ubbidire l’animale. Quattro sono i valori che possiamo attribuire alla docilità: marcata, corretta, sufficiente, indocile. Il cane con un livello corretto di docilità cercherà spesso il contatto visivo con il proprietario, si dimostrerà ricettivo agli stimoli comunicativi, apprezzerà il contatto fisico per le normali operazioni di pulizia quotidiana. Questo valore favorisce la creazione di un corretto rapporto tra le parti, fatto di reciproca collaborazione, intesa, divertimento, svago e rispetto. Il cane docile e con valori delle altre doti ben distribuite. Spesso anticipa le richieste del padrone, dimostrando oltre tutto grosse capacità di apprendimento. Un valore marcato può portare a troppa dipendenza dell’animale, con conseguenti problemi comportamentali derivanti dall’ansia da separazione e morbosità. Il valore sufficiente o indocile della dote significa poca propensione al contatto fisico e all’ubbidienza, spesso può portare allo scontro fisico per la ricerca di posizioni all’interno del gruppo misto cane-umano.

La socialità è dote attraverso la quale l’animale si relazione con l’uomo. II suo valore ci permette di stabilire la volontà del cane a interagire con un terzo estraneo in maniera più o meno positiva. Si traduce con un atteggiamento allegro e senza paure nei confronti della persona che si rapporta con l’animale in modo assolutamente indifferente o perlomeno non minaccioso. A differenza della socializzazione, fase di vita delicata dell’animale, questa dote determina una reazione dell’animale nei confronti dello sconosciuto che varierà in base al valore della socialità.

Quattro sono i valori che possiamo attribuire alla socialità: marcata, corretta, sufficiente, negativa. Cani molto esuberanti, tanto da risultare maleducati, sono dotati di un valore marcato di socialità; cani timidi, schivi e impauriti, con la coda tra le gambe, hanno socialità negativa.

Anche in questo caso il valore corretto risulta essere il livello migliore, se accompagnato da buoni livelli delle altre doti caratteriali.

Da non scordare le esperienze vissute dall’animale (e gli istinto) che possono influire, come detto sopra, sul modo di agire dello stesso: soggetti molto docili possono risultare disubbidienti perché privi di rapporto con il proprietario; cani poco docili, con dell addestramento personalizzato, possono essere assolutamente ubbidienti. Un cane socievole può reagire male nei confronti di persone che fanno riemergere in lui situazioni negative. Un animale poco socievole deve esplorare tutto l’ambiente che lo circonda in fase di vita della socializzazione. La motivazione e la corretta comunicazione uomo-cane rimangono in ogni caso ottimi collaboratori in sede di educazione ed addestramento del migliore amico dell’uomo.

Massimo Visintin

addestratore riconosciuto ENCI e SIAC

www.senzaguinzaglio.eu – Trieste

tratto da Konrad n. 185 di aprile 2013

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