Alcuni anni fa mi ero fermato per alcuni giorni nel villaggio di Koubalan in Casamance, la lussureggiante regione a sud del Senegal. Un paradiso terrestre con palme, lagune, animali in libertà e contadini occupati in attività comunitarie. Nella regione gli abitanti hanno creato strutture ricettive tradizionali, i campement villageois, per accogliere i viaggiatori; i ricavati vengono utilizzati nella gestione della scuola, dell’ambulatorio, delle attività agricole del villaggio.
Queste strutture, accanto all’ospitalità in famiglia ed alle guest house, fanno parte delle iniziative sostenute dal turismo responsabile, una forma di turismo alternativo al turismo tradizionale,
fondato sulla partecipazione comunitaria, su un basso impatto ambientale e sulla valorizzazione del patrimonio culturale e storico e locale Ora per la prima volta quattro fondazioni bancarie (Compagnia di San Paolo, Fondazione Cariparma, Fondazione
Cariplo, Fondazione Monte dei Paschi di Siena), alle quali si è unita anche la
Fondazione Umano Progresso, assieme al CISV (Comunità Impegno Servizio Volontariato) si sono messe insieme per lavorare in Africa investendo ben 11 milioni di euro!) in particolare nel settore del turismo responsabile. E per la prima volta sono coinvolti i migranti Senegalesi impegnati a lavorare per i loro paesi di origine.
Secondo Marzia Sica, Project Manager di Fondazioni 4 Africa-Senegal, il turismo responsabile può rappresentare, se sviluppato in un ottica di intearazione e complementarietà con altri settori economici tradizionali, un opportunità di generazione di reddito interessante per le popolazioni rurali in Senegal, contribuendo positivamente anche alla protezione del territorio e dell’ambiente, alla salvaguardia della cultura e delle tradizione locale, alla promozione de ruolo della donna quale protagonista di meccanismi di crescita sostenibile.
Il progetto è indirizzato al Senegal e all’Uganda del Nord.
Il progetto in Senegal si concentra soprattutto sulle popolazioni rurali impoverite da una massiccia emigrazione maschile. E qui è significativo il coinvolgimento di associazionil di migranti senegalesi in Italia. Le attività interessate vanno dal turismo responsabile alla pesca, produzione, trasformazione e commercializzazione, della frutta e di prodotti lattiero-caseari.
Sono coinvolti l’ACRA, associazioni senegalesi, Associazione Stretta di Mano, CESPI, COSPE, CISV, COOPI.
Il consorzio CTM-Altromercato promuovera la commercializzazione prodotti locali in Italia e in Europa.
L’obiettivo nell’Uganda del Nord, dopo vent’anni di conflitto, è il rientro degli sfollati dai campi ai villaggi d’origine o verso altri luoghi di insediamento, la promozione dello sviluppo locale sostenibile e della pace.
Saranno coinvolte le organizzazioni italiane AMREF, AVSI-Associazione Volontari per il Servizio internazionale, CESVI- Cooperazione e Sviluppo; Coopi-Cooperazione Internazionale, Fondazione Piero e Lucille Corti, Good Samaritan in collaborazione con le suore missionarie comboniane. Anche qui, come in Senegal, interverra il consorzio CiM- altro mercato.
L’iniziativa, che ha una scadenza triennale, sarà monitorata e valutata da que enti esterni: Punto Sud di Milano per il Nord Uganda e la Scuola Superiore Sant’Anna per il Senegal. E non sfugge che il momento del controllo sia il più delicato visto il fallimento di tante iniziative di solidarietà con i paesi del sud del mondo.
Giuliano Prandini
testimonial CTA
tratto da Konrad numero 146 di maggio 2009
