La recente controversia tra Antonio Scurati e la Rai riguardante il suo monologo per il 25 aprile ha sollevato importanti interrogativi sulla libertà di parola e di espressione nel contesto pubblico. In particolare, in un giorno come quello della Liberazione, in cui commemoriamo la liberazione dal nazifascismo, è cruciale riflettere sul significato di questo giorno e difendere i valori fondamentali che ha sostenuto.
Lo scrittore e storico Antonio Scurati, celebre per la sua serie di libri dedicata a Mussolini, di cui il primo, M il figlio del secolo, ha vinto il premio Strega nel 2019, era stato invitato a tenere un monologo durante la trasmissione Che sarà su Rai3 in occasione dell’anniversario della Liberazione. Tuttavia, il suo intervento non è mai andato in onda: secondo alcune indiscrezioni, la Rai non avrebbe gradito il contenuto del discorso, anche se ha motivato la decisione con questioni contrattuali legate al compenso troppo alto e ai diritti d’autore.
Scurati ha fatto sentire la sua voce e contestato la scelta della TV di stato, accusandola di censura e di essere stata piegata a pressioni politiche. Inoltre, lo scrittore ha pubblicato il testo del suo monologo sui social network, dove è stato ampiamente condiviso da molti utenti che hanno espresso solidarietà allo scrittore e denunciato la presunta censura. In molti hanno sostenuto la posizione di Scurati, vedendo nella cancellazione del suo monologo un tentativo di soffocare una voce critica e scomoda. Specialmente in un momento storico come quello attuale, in cui la libertà di espressione riveste un ruolo fondamentale per la democrazia, ogni forma di censura desta forti preoccupazioni. La Rai ha invece ribadito la sua posizione ufficiale attraverso un comunicato stampa. Al momento, non vi è una risposta definitiva a quanto accaduto.
La vicenda resta aperta e lascia interrogativi sul ruolo dei media nel promuovere il pluralismo e nel garantire la libertà di parola. Il dibattito acceso che ne è nato dimostra quanto sia importante mantenere alta l’attenzione su questi temi e vigilare affinché i principi democratici non vengano mai messi in discussione. Questo caso rappresenta in qualche modo un monito, visti poi anche i conseguenti cambiamenti alle procedure classiche di campagna elettorale, in cui ci viene ricordato di non abbassare la guardia sulla difesa dei valori democratici e dei diritti fondamentali, soprattutto in un periodo storico in cui la lotta contro le derive autoritarie e populiste è più attuale che mai. La libertà di espressione è un pilastro portante della democrazia e va tutelata e promossa con tenacia. Il 25 aprile deve continuare a essere un giorno di riflessione e di libertà, ma anche di espressione.
Giorgia Chiaro
in copertina, da flickr foto di aeneastudio, 25 aprile