L’8 aprile si celebra in tutto il mondo il Romano Dives, la Giornata internazionale dei rom e dei sinti, istituita in ricordo dell’8 aprile del 1971, quando a Londra si riunì il primo Congresso internazionale del popolo Rom e si costituì la Romani Union, la prima associazione mondiale dei Rom riconosciuta dall’ONU nel 1979.
Ancora oggi queste popolazioni sono oggetto di discriminazione e soprattutto pregiudizi.
In Italia ad oggi non sono riconosciuti come minoranza, sebbene gruppi significativi tra loro – come i sinti e i rom abruzzesi – risiedano in questo paese dal 1500.
Se è vero che esiste chi ha posto il problema a livello istituzionale (vedi l’Unar) parlando spesso di “necessità di inclusione” le pratiche sul territorio non corrispondono quasi mai a queste prese di posizione e l’unica politica che resiste e perdura è quella che potremmo definire “politica dei campi”.
Già l’utilizzo della parola “campo” per delineare un luogo in cui eleggere il domicilio delle persone dovrebbe far riflettere.
A partire dalle esperienze dei campi profughi, ancora oggi presenti in differenti parti del mondo, la storia del Novecento ha marchiato la parola “campo” con le azioni di internamento operate dai regimi totalitari giungendo ad utilizzare il campo come sede dell’eliminazione fisica, una campo della morte – e questo accadde, insieme ad altri, anche ai rom e ai sinti che furono sterminati a migliaia.
Eppure, oggi si continuano a relegare rom e sinti in campi, investendo e sprecando denaro pubblico in dissennata gestione degli stessi, quando le stesse risorse potrebbero essere utilizzate per includere realmente queste persone nella vita sociale.
Per fortuna esistono casi che dimostrano che i rom e sinti non sono persone marchiate etnicamente e destinate quei per forza alla marginalità.
Nel video Fuori Campo si racconta proprio questo. Lo ha prodotto l’associazione nazionale OsservAzione Ricerca Azione per i diritti di rom e sinti, una tra le meno alla ribalta tra quelle che si occupano di diritti dei rom e dei sinti, ma che ha sempre lavorato nel quotidiano, non per i rom e sinti ma insieme a loro per l’affermazione del diritto di esistenza, del rispetto, dell’integrazione.
Ne parla proprio l’8 aprile, intervistato da Nadia Cok, a Buongiorno Regione programma Rai FVG Lorenzo Monasta, socio fondatore di OsservAzione e autore, tra le altre pubblicazioni, del libro I pregiudizi contro gli zingari spiegati al mio cane (Ed BFS, 2008).
E’ possibile visionare l’intervista qui.